venerdì 27 settembre 2019

CACCIARI AFFONDA GRETA E I GRETINI: È MEGLIO CHE TORNI A SCUOLA








CACCIARI AFFONDA GRETA E I GRETINI: È MEGLIO CHE TORNI A SCUOLA




“Non è dicendo ‘mi avete rubato i sogni’ che si affrontano i problemi”. È critica e fuori dal coro la voce del filosofo Massimo Cacciari sull’azione e il pensiero di Greta Thunberg sul clima, perché “se continuiamo ad affrontare i problemi alla Greta siamo fritti”, meglio “siamo all’ideologia dell’incompetenza”, dice il professore di Estetica all’Università San Raffaele di Milano in una breve intervista al Corriere della Sera.
Secondo l’ex sindaco di Venezia, “i problemi non si affrontano in termini ideologico-sentimental-patetico”, bensì “in termini scientifici”. E il ragionamento offre al professore anche l’opportunità di criticare il ministro Fioramonti
Per l’idea di giustificare de facto quegli studenti che intendano partecipare al #Fridayforfuture aderendo alle manifestazioni e marinando la scuola: “Mica il ministro può giustificare i ragazzi. O è diventato un suo potere?”, ma forse “allora sarà una manifestazione autorizzata, solo che è di un’assurdità pazzesca”.
Secondo il filosofo veneziano, le ore di queste manifestazioni dovrebbero essere semmai usate “per fare seminari autogestiti ai quali far partecipare lo scienziato che racconta come va il clima” e “capendo problemini che sfuggono totalmente alla bambina” ponendo, nel caso, “il problema delle risorse disponibili” e se “uno sviluppo economico è compatibile con l’ambiente”.


E “non è così che nascono le coscienze critiche” ma si formano “lentamente, faticosamente, con la formazione”. In questo caso Greta “dovrebbe andarci a scuola” dice il professore, perché “forse si renderebbe conto che lei è svedese, i ragazzi che scioperano sono europei, ma in piazza non ci sono né indiani, né cinesi, né brasiliani. Non mi pare un problemino da poco”.
E’ questo il punto. Il pianeta soffre perché ci sono troppi di ‘loro’. E non c’entra il riscaldamento climatico, che non ha origine antropica, c’entra la scarsità di risorse e l’inquinamento.
Invece vogliono usare questa folle ideologia per imporre all’uomo bianco un nuovo senso di colpa che lo inebetisca e ne convogli le energie su problemi inesistenti o, comunque, di altra natura.
Greta è una ragazzina di sedici anni che sembra una bambina per problemi evidenti legati allo sviluppo. E’, chiaramente, disturbata. Se davvero non recita una parte, dovrebbe andare dallo psicologo, non in televisione.


Per l’educazione della prole maschile (ma anche femminile) recensione videoludica:
Kerbal Space Program – (Squad/Private Division, 2015)
KSP è una perla rara nel mondo dei videogiochi. Si tratta di un gioco così particolare da essere difficilmente incastonabile in un’unica categoria ed è inoltre frutto dell’idea di una singola persona (Felipe Falanghe, Brasile) piuttosto che una mega multinazionale senza anima.
In pratica si tratta di gestire il programma spaziale di una ipotetica razza di omini verdi (i Kerbal appunto) ma la gestione è soltanto una parte. I razzi (o aerei o incudini o dischi volanti, a seconda della vostra fantasia) verranno costruiti da voi stessi utilizzando un editor 3D
concettualmente molto simile ad una scatola di Lego. Il sistema solare che potrete (se vorrete) esplorare è in una scala 1:10 rispetto al nostro ed è necessario avere una comprensione almeno basica del funzionamento della fisica orbitale oltre ad avere una discreta manualità nel pilotare i vostri strampalati progetti.
La parte migliore del gioco sono i sistematici fallimenti di cui sarete vittima, con le conseguenti esplosioni o con i poveri Kerbal lasciati alla deriva nello spazio o abbandonati su chissà quale pianeta. E qui viene il bello: il gioco non ha uno scopo preciso ma viene lasciato quasi tutto alla fantasia dell’utente: i naufraghi possono essere quindi una occasione per organizzare una missione di salvataggio o semplicemente la scusa per fare altri esperimenti bizzarri. Esistono migliaia (letteralmente migliaia) di mod per aggiungere parti di missili o modificare il sistema solare.
Arrivare a destinazione su un pianeta lontano, dopo tre settimane vere di progettazione e oltre un anno e mezzo di tempo di gioco per scoprire di aver dimenticato la scaletta per scendere non ha prezzo.
Il gioco ha attualmente un costo abbastanza limitato, intorno ai 15 sacchi a seconda delle offerte e dei periodi ma avendo avuto molto successo è stato ovviamente acquistato da una grande casa (Take Two interactive) ed è prevista l’uscita di un sequel nel 2020.
Giudizio critico: fra i tre giochi più belli del mondo.
Costruite, volate, sognate.
Al link seguente troverete un video “pubblicitario” del gioco fatto da un giocatore, per pura passione. La comunità è estremamente ricca e competente. (la comunità italiana è deprecabile, più o meno. Ma tant’è…)
Reperirete facilmente anche la pubblicità del sequel e potrete notare come siano arrivati i soldi ma molto probabilmente sia scappata l’anima. (togliete gli spazi al collegamento per accedere al video)
https:// www. youtube. com/watch?v=RkDOOsGg-9I











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