ASSALTO ALLA FRONTIERA ORIENTALE: ALTRI 30 SUPERANO IL CONFINE IN FRIULI
ASSALTO ALLA FRONTIERA ORIENTALE: ALTRI 30 SUPERANO IL CONFINE IN FRIULI
Una trentina di clandestini sono stati individuati e questa mattina, intorno alle 8, mentre camminavano sulla strada tra Bicinicco e Gonars in direzione Palmanova, Udine. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Palmanova che, con tre mezzi, hanno trasportato gli invasori in un luogo idoneo per avviare poi le procedure di identificazione.
E’ un continuo assalto alla frontiera orientale.
La canzone araba ‘Italia Lharaga Hawli Malik’ fa da colonna sonora alla marcia di questi clandestini islamici verso il nostro – sottolineiamo nostro – Paese:
Gruppo #migranti si dirigono verso l'Italia (la colonna sonora è "Italia Lharaga Hkawli Aalik" del gruppo algerino "Groupe Sang Vert").
Si distingue "Albania". Forse rotta balcanica verso il confine nord-est italiano?
Video postato ieri su YouTube.@M_Fedriga
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E gli arrivi di clandestini in Friuli Venezia Giulia continuano a crescere. Soprattutto da quando c’è un nuovo governo.
Lo attestano i numeri resi noti nell’audizione dei quattro Prefetti del Friuli Venezia Giulia in Consiglio regionale.
Al 15 settembre erano 5526 gli ingressi accertati dall’inizio dell’anno, tra rintracci e presentazioni spontanee in Questura. Gli sbarchi nel sud Italia sono stati di poco superiori (7mila).
Ormai penetrano tra i 150 e i 300 clandestini a settimana, perlopiù pachistani. Quasi tutti chiedono asilo e visto che, nella stragrande maggioranza dei casi, da quando Salvini ha abrogato la famigerata ‘protezione umanitaria’, la richiesta viene respinta, loro fanno ricorso e rimangono nel sistema dell’accoglienza.
Prima di Salvini, che ha messo in atto una stretta anche sui ricorsi, in media rimanevano mantenuti per altri due anni, in attesa della decisione del Tribunale.
Il prefetto di Trieste Valenti ha definito le pattuglie miste tra Italia e Slovenia un’attività “non di grande successo”. Sono infatti solo quaranta i migranti rintracciati in Slovenia, meno di quelli che le pattuglie miste hanno fermato al di qua del confine.
Il motivo è questo:
Ridotti anche i numeri delle riammissioni in Slovenia, poco più di 100 dal primo gennaio, in forte calo. Non funzionano i rimpatri volontari: meno di 10 per ogni provincia. Altro problema è la la lentezza delle procedure di trasferimento all’estero dei 700 dublinanti presenti.
E sono migliaia i clandestini islamici che stanno marciando verso l’Italia lungo la via dei Balcani, quella che in questi anni ha portato in Europa milioni di immigrati.
Con la chiusura della frontiera ungherese dopo il grande muro di Orban, ora la nuova rotta scorre più a ovest, pericolosamente più a ovest, con la Bosnia-Erzegovina come crocevia. E poi la Croazia. La Slovenia.
E dopo aver attraversato la Croazia e la Slovenia, Trieste è a un passo. Trieste è dove vogliono passare per dilagare nella pianura padana, come gli Unni di Attila:
In particolare, è la Bosnia-Erzegovina che si trova ad affrontare una situazione di vera emergenza.
Le stime sulle attuali presenze, che includono solo chi è stato registrato, stimano un piccolo esercito di oltre diecimila clandestini che premono verso la Croazia. E poi Trieste.
Anche perché non ci sono controlli:
E statene certi, ora che non c’è più Salvini, si riverseranno come cavallette verso l’Italia del Pd. Che è già pronto a riaprire la mangiatoia.
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