lunedì 30 settembre 2019

ASSALTO ALLA FRONTIERA ORIENTALE: ALTRI 30 SUPERANO IL CONFINE IN FRIULI







ASSALTO ALLA FRONTIERA ORIENTALE: ALTRI 30 SUPERANO IL CONFINE IN FRIULI


Una trentina di clandestini sono stati individuati e questa mattina, intorno alle 8, mentre camminavano sulla strada tra Bicinicco e Gonars in direzione Palmanova, Udine. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Palmanova che, con tre mezzi, hanno trasportato gli invasori in un luogo idoneo per avviare poi le procedure di identificazione.

E’ un continuo assalto alla frontiera orientale.
La canzone araba ‘Italia Lharaga Hawli Malik’ fa da colonna sonora alla marcia di questi clandestini islamici verso il nostro – sottolineiamo nostro – Paese:


E gli arrivi di clandestini in Friuli Venezia Giulia continuano a crescere. Soprattutto da quando c’è un nuovo governo.
Lo attestano i numeri resi noti nell’audizione dei quattro Prefetti del Friuli Venezia Giulia in Consiglio regionale.
Al 15 settembre erano 5526 gli ingressi accertati dall’inizio dell’anno, tra rintracci e presentazioni spontanee in Questura. Gli sbarchi nel sud Italia sono stati di poco superiori (7mila).
Ormai penetrano tra i 150 e i 300 clandestini a settimana, perlopiù pachistani. Quasi tutti chiedono asilo e visto che, nella stragrande maggioranza dei casi, da quando Salvini ha abrogato la famigerata ‘protezione umanitaria’, la richiesta viene respinta, loro fanno ricorso e rimangono nel sistema dell’accoglienza.
Prima di Salvini, che ha messo in atto una stretta anche sui ricorsi, in media rimanevano mantenuti per altri due anni, in attesa della decisione del Tribunale.
Il prefetto di Trieste Valenti ha definito le pattuglie miste tra Italia e Slovenia un’attività “non di grande successo”. Sono infatti solo quaranta i migranti rintracciati in Slovenia, meno di quelli che le pattuglie miste hanno fermato al di qua del confine.
Il motivo è questo:



“Se facessimo noi cose del genere ci arresterebbero”. Loro, invece, “ci provano” senza farsi grossi problemi. A parlare in anonimato è un agente italiano impegnato al fronte di Ventimiglia. Parigi dal 2015 ha sospeso l’accordo di Schengen, ripristinando i controlli in ingresso e superando il limite di due anni imposto dai trattati Ue.


Ridotti anche i numeri delle riammissioni in Slovenia, poco più di 100 dal primo gennaio, in forte calo. Non funzionano i rimpatri volontari: meno di 10 per ogni provincia. Altro problema è la la lentezza delle procedure di trasferimento all’estero dei 700 dublinanti presenti.
E sono migliaia i clandestini islamici che stanno marciando verso l’Italia lungo la via dei Balcani, quella che in questi anni ha portato in Europa milioni di immigrati.
Fedriga cita un numero per difetto. Nella sola Bosnia-Erzegovina dall’inizio dell’anno sono arrivati 21 mila clandestini. Un’orda islamica che preme ai confini europei e pianifica la marcia verso l’Italia. “Nei primi sette mesi il numero dei migranti entrati nel Paese è risultato superiore rispetto all’intero scorso anno”, ha detto Nermin Kljajic, ministro dell’Interno del cantone …

Con la chiusura della frontiera ungherese dopo il grande muro di Orban, ora la nuova rotta scorre più a ovest, pericolosamente più a ovest, con la Bosnia-Erzegovina come crocevia. E poi la Croazia. La Slovenia.
E dopo aver attraversato la Croazia e la Slovenia, Trieste è a un passo. Trieste è dove vogliono passare per dilagare nella pianura padana, come gli Unni di Attila:
“Milano, Milano!”.I pachistani lo gridano in coro, alzando il dito all’islamica seduti sui binari della stazione ferroviaria di Sarajevo, da dove progettano di partire per l’Italia: Dov’è Mladic, quando c’è bisogno di lui? Segui Vox


In particolare, è la Bosnia-Erzegovina che si trova ad affrontare una situazione di vera emergenza.
Le stime sulle attuali presenze, che includono solo chi è stato registrato, stimano un piccolo esercito di oltre diecimila clandestini che premono verso la Croazia. E poi Trieste.
Anche perché non ci sono controlli:
“Quando mi hanno fermato in Italia mi hanno portato in Questura e mi hanno preso le impronte digitali. In Slovenia non l’hanno fatto”. A parlare è un clandestino pakistano giunto a Trieste dopo aver attraversato l’Asia prima e la rotta balcanica poi, durante un’intervista televisiva andata in onda nei giorni scorsi.

E statene certi, ora che non c’è più Salvini, si riverseranno come cavallette verso l’Italia del Pd. Che è già pronto a riaprire la mangiatoia.















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