sabato 28 settembre 2019

LA GUERRA DEL M5S CONTRO IL CONTANTE FINANZIATA DAI COLOSSI DEL PAGAMENTO DIGITALE








LA GUERRA DEL M5S CONTRO IL CONTANTE FINANZIATA DAI COLOSSI DEL PAGAMENTO DIGITALE





Sospetti sulla Casaleggio Associati, la srl di Davide Casaleggio e che, di fatto, possiede il M5s. Secondo quanto riportato Il Giornale, dietro al sostegno dei grillini ai pagamenti tramite carte di credito e la lotta al contante (con tanto di commissione del 2% per quei ‘delinquenti’ che si ostinano a prelevare al bancomat) ci sarebbero i finanziamenti da due colossi del pagamento digitale: Nexi e Poste Italiane.Secondo il quotidiano milanese, uno dei casi in questione risale ad aprile 2018, quando Casaleggio presenziò alla presentazione del tredicesimo studio sull’e-commerce a Milano, un evento finanziato dall’azienda di pay tech Nexi. Il finanziamento fu piccolo, appena 7.500 euro, ma il logo di Nexi appariva sul rapporto presentato da Casaleggio.Altro partner della Casaleggio è Poste Italiane, che ha finanziato diversi eventi organizzati sulla blockchain (una struttura dati crittografata atta a rendere più sicure e trasparenti le transazioni), come confermato anche dallo stesso Casaleggio in alcune interviste. Anzi, Nicola Biondo e Marco Canestrari, rispettivamente ex capo della comunicazione del M5s ed ex dipendente della Casaleggio Associati, nel loro libro Il Sistema Casaleggio, hanno definito Poste Italiane uno “sponsor affezionato”.Nel 2018, alcuni quotidiani come La Stampa avanzarono perplessità sulla cosa, tanto da paventare un’ipotesi di conflitto d’interesse, con in ballo 45 milioni di finanziamenti del ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro (all’epoca guidato da Luigi Di Maio) in tre anni per interventi e applicazione di intelligenza artificiale e blockchain. Casaleggio aveva negato.

In questo contesto, come non ricordare la candidata al Quirinale del M5s:


La candidata al Quirinale dei rivoluzionari mancati di Grillo – quelli che dovevano aprire il parlamento come una scatoletta di tonno e che, invece, hanno fatto la fine del tonno – scrisse sul Corrierino della Sera, come affrontare il problema del Debito pubblico e della speculazione. Un’analisi carente con soluzioni folli.



























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