sabato 28 settembre 2019

SALVINI CONTRO L’ABBATTIMENTO DI SAN SIRO: MI OPPORRÒ







SALVINI CONTRO L’ABBATTIMENTO DI SAN SIRO: MI OPPORRÒ


Abbattere lo stadio di San Siro per me è un delitto, un oltraggio alla storia sportiva italiana e mondiale. Giusto guardare avanti e pensare al futuro, ma senza cancellare un glorioso passato.




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In Italia vengono tutelate schifezze architettoniche senza nessun pregio, possibile che lo stadio più famoso del mondo possa essere abbattuto in cinque minuti?
Sarò romantico, ma da milanese dico lunga vita a San Siro!


Le squadre di calcio, Salvini, sono diventate veicoli per grandi speculazioni edilizie. Soprattutto dopo la famigerata legge sugli stadi che permette il raddoppio della volumetria. Sono cose oscene.
Comprando una squadra si può imporre ad un’amministrazione, blandendo anche l’ignoranza dei tifosi, la realizzazione altrimenti impossibile di un intero quartiere con la scusa dello stadio. O qualcuno crede che a Suning e Elliot interessino, realmente, Inter e Milan, o a Pallotta la Roma?
Salvini, mi dispiace che tu abbia questo punto debole e mi dispiace dover constatare che di “controllo delle masse” forse te ne intendi meno di quanto sembri.
I “tifosi” sono una variabile imponderabile che dovresti sfruttare per fare casino, non dovresti essere tu il tifoso…

Lo stadio di proprietà del club ci può stare, il problema è che questi stadi privati, più che luoghi dove si assiste alle partite di calcio, sono dei veri e propri centri commerciali. Il che rende il calcio uno sport sempre più infettato dal denaro, dove il business prevale sul lato agonistico. Non a caso, le pay tv impongono alle leghe dei vari campionati, lo “spezzatino”, che prevede lo svolgimento di partite di una stessa giornata in giorni e orari diversi, e non solo in Serie A e B, ma pure in Serie C. E’ una vergogna!
Aggiungo inoltre, che proprio perché il business prevale sull’agonismo, le squadre tesserano un sacco di bidoni dall’estero a danno dei giocatori italiani. Non è necessario ricorrere all’autarchia per permettere ai talenti italiani di emergere, è sufficiente imporre a livello federale un limite massimo nel numero dei calciatori stranieri tesserabili da ogni club, e che riguardi perlopiù coloro che devono essere schierati titolari.



Milano aveva la stazione centrale, meglio di quelle delle altre città nel mondo, ma l’hanno sfregiata, l’hanno trasformata in un manicomio commerciale, una specie di Hong Kong magrebina il tutto per evitare che i “signori passeggeri” facessero 4 gradini in piu










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