venerdì 27 settembre 2019

AVANZA LA DITTATURA ANCHE DA PARTE DELLE TOGHE ROSSE.




TOGA ROSSA CHIEDE A CONSULTA DI STRACCIARE DECRETO SALVINI: ORDINA RESIDENZA A CLANDESTINI

 






Il “divieto di iscrizione all’anagrafe della popolazione residente di una particolare categoria di stranieri regolarmente soggiornanti, ossia i richiedenti asilo”, introdotto dal primo decreto ‘sicurezza’ del 2018, è una “compressione del diritto alla residenza per tale categoria di stranieri”, diritto che “costituisce il presupposto per l’esercizio di diritti fondamentali certamente spettanti anche al cittadino straniero”. Lo ha stabilito il Tribunale di Ferrara che ha ordinato al Comune emiliano l’iscrizione provvisoria all’anagrafe di un richiedente asilo e, allo stesso tempo, ha inviato gli atti alla Consulta sull’illegittimità costituzionale della norma specifica del ‘decreto Salvini’. Il giudice Marianna Cocca ha accolto il ricorso del richiedente asilo, assistito dai legali Alberto Guariso e Livio Neri (Foro Milano) dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi).
ASGI è l’associazione finanziata da Soros che da anni presenta ricorsi in tribunali che ritiene, diciamo così, ‘sensibili’ al tema degli immigrati, tentando in questo modo di aggirare la volontà popolare.

Il fatto che un clandestino, perché questo è un ‘richiedente asilo’, possa ottenere la residenza e quindi potenzialmente la cittadinanza per il solo fatto di avere ‘chiesto asilo’, è giuridicamente demenziale. Oltre che politicamente criminale.
Ma non dubitiamo che i quindici oligarchi della Consulta, quasi tutti nominati dalla sinistra grazie all’occupazione manu militari del Quirinale, darà ragione ai galoppini di Soros.
Il prossimo governo eletto deve fare i conti con questo organo antidemocratico. O lo si elimina, rendendo il Parlamento unico arbitro della costituzionalità delle leggi, oppure si rendono le sue decisione obbligatoriamente ‘unanimi’, così da renderlo un organo non più politico senza essere eletto.


Da notare che come spesso avviene abbiamo una donna in posizione di potere che favorisce l’invasione.













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