mercoledì 29 gennaio 2020

CITOFONO, È STATO CARABINIERE AD INDICARE A SALVINI CASA SPACCIATORE: LO INDAGANO!










CITOFONO, È STATO CARABINIERE AD INDICARE A SALVINI CASA SPACCIATORE: LO INDAGANO!




Presto le forze dell'ordine si rivolteranno contro la sinistra, e il governo, scenderemo ad aiutarli o non?

I carabinieri di Bologna stanno verificando,con accertamenti interni,cosa sia
successo il 21 gennaio, quando Salvini al Pilastro suonò ad un citofono chiedendo se lì abitasse uno spacciatore.
Il Comando non commenta le notizie su un possibile ruolo avuto dal maresciallo che avrebbe messo in contatto la madre,del ragazzo morto per overdose, che
ha accompagnato Salvini e lo staff della Lega in giro e fino al famoso citofono.
Sul caso il Pd ha già presentato un’interrogazione.

Quindi abbiamo una povera famiglia assediata dagli spacciatori maghrebini che si rivolge ad un carabiniere e lui, consapevole di non potere fare praticamente nulla, avendo le mani legate, la mette in contatto con Salvini. Ecco spiegato come Salvini è arrivato a quella casa.
Tra l’altro, gli spacciatori in quella casa ci sono:


Emergono ulteriori dettagli sugli stranieri oggetto della famosa citofonata di Matteo Salvini: il padre ha precedenti per spaccio, il fratello maggiore ha fatto «di tutto». Franco Gabrielli e Cei attaccano l’ex ministro, lui ripete lo show. A Bologna è rivolta delle sardine contro il citofono anti-spaccio di Salvini. 



Quindi abbiamo un partito politico che difende gli spacciatori maghrebini. Credendo che la sopravvivenza in Emilia (in Romagna hanno perso) per motivi clientelari e dopo avere dimezzato i voti, sia stata una sorta di carta bianca per le proprie criminali politiche migratorie: l’Italia, piddini, vi odia. Se lasciate votare gli italiani fuori da Bologna, scomparite sotto una valanga di merda.


Dopo Mihajlovic, sinistra scatenata contro la mamma di Bologna che ha osato denunciare lo spaccio nordafricano Offese e minacce alla signora che ha perso il figlio per droga: “Lei fa schifo, spero vi lascino in mutande, ti butterei un secchio di m****” Il profilo Facebook della donna è stato tempestato e invaso da vergognosi commenti, …


Qui è il tempo non delle citofonate, ma dei rastrellamenti popolari. Non vogliamo spacciatori nei nostri quartieri. Chi li vuole è perché si è già fumato il cervello.





Indicazione di numero civico!Reato spaventoso!Comunisti, andate a fare in culo!!!!!















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