giovedì 30 gennaio 2020

SONDAGGIO, ITALIANI OSTILI A IMMIGRATI: “NO IUS SOLI, NO REGOLARIZZAIONE E RAZZISMO COME LEGITTIMA DIFESA”









SONDAGGIO, ITALIANI OSTILI A IMMIGRATI: “NO IUS SOLI, NO REGOLARIZZAIONE E RAZZISMO COME LEGITTIMA DIFESA”




I dati emergono dalla 32 esima edizione del Rapporto Italia 2020 Eurispes. Dati quindi da depurare dall’essere questa organizzazione di sinistra. Nonostante questo, i dati parlano chiaro: il trend vede una popolazione italiana sempre più ostile alla presenza degli immigrati. Che vede ormai per quello che è: un’invasione.

Il cosiddetto razzismo per quasi due italiani su dieci (il 19,7%) è colpa del comportamento degli immigrati, per un altro quinto della popolazione (19,2%) per le politiche inadeguate dei governi. Insomma, gli italiani ritengono il ‘razzismo’ legittima difesa.
Più di quattro italiani su dieci (40,3%) definiscono il proprio rapporto con gli immigrati “normale” (non specificando cosa ritengano ‘normale’), quasi uno su cinque (19,4%) parla di reciproca indifferenza, il 14,4% di reciproca disponibilità, mentre uno su dieci trova gli immigrati ostili (10,1%), l’8,1% li trova insopportabili, il 7,7% afferma di temerli. Sempre secondo l’indagine Eurispes, per il 45,7% degli italiani un atteggiamento di diffidenza nei confronti degli immigrati è “giustificabile in alcuni casi”. Per quasi un quarto (23,8%) guardare con diffidenza gli immigrati è “pericoloso”, per il 17,1% (+6,7% rispetto al 2010) è “condivisibile”, solo per il 13,4% è “riprovevole” (-4,3% rispetto al 2010). Insomma, cresce la percezione di allarme e minaccia. Gli italiani stanno aprendo gli occhi.
Non solo. Rispetto al 2010, sono diminuiti di oltre dieci punti i cittadini favorevoli in astratto allo ius soli (dal 60,3% al 50%) e al contempo sono più che triplicati i sostenitori dello ius sanguinis (dal 10,7% al 33,5%). In calo anche coloro che auspicano la cittadinanza per chi è nato in Italia, purché istruito in scuole italiane (dal 21,3% al 16,5%), ossia i fautori dello ius culturae.
Cresce la convinzione che gli stranieri tolgano lavoro agli italiani: per la netta maggioranza del campione (77,2%) gli immigrati nel nostro Paese vengono sfruttati dai datori di lavoro italiani. Ma la convinzione che gli stranieri tolgano lavoro agli italiani rispetto a dieci anni fa è cresciuta dal 24,8% al 35,2% (oltre 10 punti); la percentuale di chi vede negli immigrati una minaccia all’identità culturale nazionale è aumentata dal 29,9% al 33% e di chi teme un aumento delle malattie è passata dal 35,6% al 38,3%. Viceversa, rispetto al 2010, crolla di ben 17 punti percentuali un altro “tormentone” della narrazione della sinistra, quello per cui gli stranieri porterebbero un arricchimento culturale: dal 59,1% al 42%. Allo stesso modo, diminuisce la convinzione che gli immigrati contribuiscano alla crescita economica del Paese dal 60,4% al 46,9%.
Predomina un sentimento di chiusura. Solo il 16% ritiene giusto la regolarizzazione dei clandestini (nel 2010 erano il 25,5%), per il 15,3% ridurre i visti di ingresso dai Paesi dai quali provengono i flussi più consistenti. Mentre il 26,2%, (+7,7% rispetto a dieci anni fa) vuole chiudere ai clandestini, un altro 24% vorrebbe almeno inasprire i controlli alle frontiere e lungo le coste e il 15,3% ridurre i visti di ingresso dai Paesi a più alta densità di immigrati in Italia.
In sintesi, il Paese non è mai stato così ostile all’immigrazione. E ci troviamo il governo più ‘troia’ della storia rispetto all’immigrazione, che vuole il contrario di quello che vuole il popolo. Questa è un grave crisi di rappresentanza. La nostra democrazia è a rischio.



















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