I 400MILA IMMIGRATI IRREPERIBILI CHE NON PAGANO MULTE E TASSE
I 400MILA IMMIGRATI IRREPERIBILI CHE NON PAGANO MULTE E TASSE
Un esercito di falsi residenti per le strade della Capitale. Stiamo parlando di ben 19.793 persone di cui si è persa ogni traccia. E questo solo a Roma.
Tenendo conto che Roma ha poco più di 2,8 milioni di residenti, possiamo supporre a livello nazionale la presenza di oltre 420mila ‘fantasmi’. Dei quali il 73% stranieri e il 28% individui con cittadinanza italiana che saranno probabilmente ‘nuovi italiani’.
Parliamo quindi di ben 400mila residenti stranieri che non esistono: parliamo di quasi il 10% della popolazione straniera residente in Italia! Che hanno la residenza fittizia per godere di varie prestazioni sociali e che andrebbero cancellati dall’Anagrafe. Come avveniva quando veniva fatto il censimento ogni dieci anni. Cosa che ora avviene in modo ‘dinamico’.
Un dato allarmante che produce una serie di effetti negativi. Sia a Roma che nel resto d’Italia.
Dietro all’irreperibilità si nascondono irregolarità e truffe a danno delle casse dei Comuni: nella sola Roma parliamo di 1,6 miliardi di sanzioni arretrate, un miliardo di Tari negli ultimi sei anni.
D’altronde quello delle false residenze per ottenere il permesso di soggiorno ormai è un vero e proprio business. La procedura è ben collaudata e quasi sempre a beneficiarne sono gli stessi migranti. Connazionali che sfruttano i loro connazionali e in cambio di soldi gli forniscono un indirizzo di residenza. Requisito fondamentale per chiedere o rinnovare il permesso di soggiorno. Il contratto di locazione viene registrato in questura e il migrante non deve far altro che farsi trovare in casa per i controlli. Poco importata se lì non ci vive e se per lo Stato italiano è irreperibile. Ridicolo. Eppure basterebbe rendere impossibile le residenze multiple.
E poi, comunque, in altri casi ci pensa Bergoglio:
“Il fenomeno dell’irreperibilità è molto delicato soprattutto sul fronte degli stranieri – spiega Roberto Romanella, presidente del VI Municipio, a Il Messaggero – l’anello debole è una legge nazionale meno stringente sul rilascio della residenza e quindi della carta di identità”. É questo il nocciolo della questione. Basta solo la residenza (vera o fittizia che sia) per chiedere il rilascio della carta d’identità e quindi aprire un conto in banca o prendere in affitto un negozio.
E poi c’è chi, come i sindaci PD, iscrive all’Anagrafe anche i clandestini.
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