VIRUS CINA, PARTITO COMUNISTA NEL PANICO: “CONTAGIO DILAGA”, OBBLIGO MASCHERINA PER MILIONI CINESI
VIRUS CINA, PARTITO COMUNISTA NEL PANICO: “CONTAGIO DILAGA”, OBBLIGO MASCHERINA PER MILIONI CINESI
Anche Xi Jinping, presidente della Repubblica popolare cinese, getta la maschera: “La diffusione del virus accelera, la situazione è grave” dice durante una riunione straordinaria del Comitato permanente del Politburo.
La situazione è talmente preoccupante da spingere Pechino a ordinare alle agenzie di viaggio cinesi di bloccare i tour di gruppo all’estero. E la cosa è bizzarra: sono loro a bloccare le partenze e non noi i loro arrivi.
L’uso della mascherina per coprire naso e bocca è obbligatorio da oggi in due province e tre città cinesi per arginare la diffusione del coronavirus. Il provvedimento, secondo quanto reso noto dalle autorità locali, è stato adottato nelle province di Guangdong, nel sud del Paese, in quella di Jiangxi, nella regione centrale, oltre che nelle città di Nanchino e Ma’anshan, nella provincia di Anhui, e quella di Xinyang nella provincia di Henan.
E a confermare la strana virulenza del contagio, è stato registrato in Vietnam il primo caso di trasmissione del coronavirus 2019-nCoV da uomo a uomo finora avvenuto al di fuori della Cina. Lo rende noto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). “Si tratta di un caso confermato in Vietnam, che non aveva precedenti di viaggio in nessuna parte della Cina, ma – si legge nella nota dell’Oms – era un familiare di una persona che aveva visitato Wuhan”. Ciò, rileva l’organizzazione internazionale, “suggerisce un esempio di trasmissione uomo a uomo avvenuta in Vietnam”.
Gli italiani attualmente presenti a Wuhan e nella regione dell’Hubei, circa una cinquantina, avranno la possibilità di utilizzare un trasferimento via terra al di fuori dell’Hubei, ma questo comporta necessariamente un successivo periodo di osservazione di 14 giorni in una struttura ospedaliera. Lo spiegano all’ANSA fonti della Farnesina. Coloro che invece scelgono di restare, avranno un filo diretto con l’ambasciata d’Italia a Pechino per ricevere tutti i consigli e le indicazioni del caso. L’ambasciata d’Italia a Pechino, in raccordo con l’Unità di Crisi della Farnesina, è in contatto con tutti i connazionali presenti a Wuhan e nell’Hubei e sono state predisposte tutte le possibili misure per assistere gli italiani e ridurre i disagi nel limite del possibile.
Progettiamoli meglio questi virus!Solo kompagni e risorse!!!Possibilmente zombificati così li sistemiamo alla walkin’dead!
il virus dovrebbe accoppare i comunisti nostrani, quelli cinesi hanno gli attributi, mi dispiace per loro
Ma perchè il governo cinese non fa di tutto per diffondere il virus in tutto il mondo? Mal comune mezzo gaudio direi, e poi è ingiusto che la peste resti confinata in Cina, dobbiamo condividere anche le malattie col mondo, nella globalizzazione. Anche se, ripeto, non mi illudo piu’, dico” Forza virus, forza coronavirus, prossima tappa: AFRICA!!!!!”.