mercoledì 17 gennaio 2024

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LE BANDE DEI BABY IMMIGRATI CHE ODIANO L’ITALIA

GENNAIO 18, 2024


































# Le Bande dei Baby Immigrati che Odiano l’Italia

Nella puntata di ieri del programma “Fuori dal coro”, è stato affrontato un argomento di grande attualità e rilevanza sociale: le bande di giovani immigrati.

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Nel corso della puntata, è stato dedicato un ampio approfondimento all’immigrazione illegale, con un’inchiesta sul traffico illecito dei visti di ingresso in Italia e un viaggio nelle organizzazioni criminali che gestiscono la rotta Balcanica dei clandestini verso il nostro Paese.

## Le Bande dei Baby Immigrati

Il fenomeno delle bande di giovani immigrati è una questione molto semplice: entrano con ricongiungimenti familiari e barconi. Abrogando i ricongiungimenti familiari e la Legge Zampa che ci impone di accogliere i clandestini presunti minori, il problema è risolto.

Questi gruppi sono coinvolti in attività illegali e antisociali.

Gang etniche: sono formate da giovani di origine straniera o di seconda generazione, che si identificano con una determinata nazionalità o cultura. Spesso operano in contesti di marginalità sociale e hanno legami con la criminalità organizzata transnazionale. Esempi di gang etniche sono le bande latine, come i Latin Kings o i Mara Salvatrucha, o le bande africane, come i Black Axe o i Vikings.

## Conclusioni

La questione delle bande di baby immigrati che odiano l’Italia è una emergenza. Non servono le ridicole norme esistenti, come il Daspo urbano, che consente solo di spostare i soggetti pericolosi da certe zone in altre. Chiediamo che si introducano nuove misure, come l’inasprimento delle pene per i reati commessi in gruppo o con armi, la responsabilità civile e penale dei genitori dei minori delinquenti, la revoca del permesso di soggiorno per gli stranieri coinvolti in atti criminosi: nel caso dei figli, di tutta la famiglia.

Chiediamo, soprattutto, che si abroghino i ricongiungimenti familiari: l’Italia sta diventando il campo di battaglia di Mohammed jr.













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