venerdì 31 maggio 2019

AFRICANO UCCIDE UN IMPRENDITORE ITALIANO CON 30 COLTELLATE, IL GIUDICE FA LO SCONTO DI PENA ALL'AFRICANO. 

UCCISO CON 30 COLTELLATE, SCONTO DI PENA AL PROFUGO PERCHÉ “ILLUSO”




I giudici spostano sempre un po’ più in là il parossismo delle loro sentenze.

L’omicidio risale al 4 gennaio 2017 e avvenne nella casa dell’imprenditore 76enne a Castel San Pietro Terme. L’anziano fu ritrovato morto e Newthing, richiedente asilo in quanto omosessuale, fu fermato una settimana dopo.

Abbiamo un profugo nigeriano – come sapete la Nigeria è vicina alla Siria – e un gay che si faceva sodomizzare per sollazzo. E’ un po’ quello che avviene con la società nel suo complesso ‘grazie’ ai cuckold dell’immigrazione: ci stanno facendo sodomizzare da questa orda di giovani maschi africani che tutto pretendono.





La sentenza della Corte (presidente Orazio Pescatore, giudice a latere Luisa Del Bianco) ricostruisce i fatti del giorno dell’omicidio ricordando come l’imputato, difeso dall’avvocato Andrea Speranzoni, fu portato nella casa della vittima da Chiarini stesso – i familiari, parte civile, sono assistiti dall’avvocato Massimo Leone – “per ragioni di tipo sessuale, nonché illuso anche sulla prospettiva di aiutarlo a trovare un lavoro”. I due litigarono quando Newthing si rifiutò di avere un rapporto, Chiarini gli disse di andarsene e Newthing, secondo i giudici, si sentì tradito nell’affidamento che riponeva in Chiarini, “sentendosi trattato solo come un oggetto sessuale”. Inoltre il luogo era isolato e il nigeriano era a piedi e quindi “non appare fuori luogo e incomprensibile il rifiuto” opposto dall’imputato alla richiesta di lasciare la casa.
A quel punto, per i giudici, la situazione degenerò solo quando Chiarini andò a prendere un’arma e la minaccia “fu portata avanti insistentemente” tanto che l’anziano seguì Newthing e questi, per prendergli il coltello “dovette afferrarlo con forza ferendosi seriamente alla mano destra”.
La Corte sottolinea le modalità “chiaramente aggressive e ingiustificate, in quanto agite nei confronti di chi, non più gradito, comunque non aveva tenuto condotte violenze e minacciose”. Tutte azioni verso una persona nei cui confronti “in precedenza si sono avuti comportamenti di umana attenzione” e che “ben possono giustificare l’insorgere nell’imputato dello stato d’ira, che lo ha poi condotto alla commissione dell’omicidio”.
A riprova dello stato di rabbia, per la Corte, c’è la violenza incontrollata del delitto, “rispetto a quanto sarebbe stato necessario per sopraffare una persona anziana e di gran lunga più debole”, da parte di un uomo descritto “di indole
normalmente mite”. Il sostituto procuratore generale Valter Giovannini, che aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado, potrebbe presentare ricorso in Cassazione.
Insomma, qui abbiamo un profugo gay che si sente illuso e uccide, con trenta coltellate, dopo avere rifiutato un rapporto omosessuale con l’anziano.
Che, forse, era un omosessuale di convenienza?
Ma, al di là di questo, se uccidi qualcuno che ti ha illuso meriti uno sconto di 1/3 della pena? Davvero?
Si farà sentire, l’Arcigay, o esiste solo per organizzare gay pride?

Un video per raccontare le politiche di integrazione del Comune di Castenaso, paese alle porte di Bologna, ha come testimonial Desmond Newthing, richiedente asilo nigeriano di 25 anni, arrestato nei giorni scorsi per l’omicidio del 76enne Lanfranco Chiarini. Lo denuncia il segretario locale della Lega Gianluca Vinci, c


















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