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SCONTO DI PENA PER KABOBO: USCIRÀ DI CARCERE PRIMA DI TRAINI
MARZO 30, 2021
Sempre Il Giornale ci fa sapere che lo scorso 4 dicembre la Cassazione ha chiesto un ricalcolo della pena – al ribasso: «Non abbiamo ancora notizie sugli sviluppi della vicenda. Adesso ci sarà il procedimento perché la Cassazione ha rimandato gli atti qui a Milano. La questione si risolverà entro l’anno», spiega a ilGiornale.it l’avvocato Francesca Colasuonno, una dei legali di Kabobo.
«Mi si domanda perché ho preso il piccone e colpito con quello le vittime che Lei (riferendosi al giudice) mi ha indicato e rispondo: non lo so, io sento delle voci nella mia testa», aveva sostenuto Kabobo nel corso dell’interrogatorio di convalida. «Ho iniziato a sentirle quando ero in Libia, prima di venire in Italia, ma allora non capivo bene cosa mi dicevano. Sento le voci quando fumo l’hashish. Due giorni fa non ho fumato hashish prima dei fatti. Sento nella mia testa voci che mi dicono cose cattive. Mi ricordo di avere ucciso un uomo, anzi di averne colpiti diversi e quando mi hanno preso mi hanno detto che li avevo uccisi. Quando mi sono svegliato, sentivo ‘le cose’ in testa allora ho preso dapprima il palo di ferro e quindi il piccone. Sono state le voci a dirmi di prendere la sbarra e di usarla per colpire qualcuno».
Le perizie psichiatriche attesteranno che Kabobo è affetto da schizofrenia paranoide, «condizione che avrebbe inciso – ma non determinato – sulla sua condotta» di quella tragica domenica dell’11 maggio 2013. Il 31 marzo del 2016 la Corte di Cassazione sancirà in via definitiva la pena di 20 anni, ritenendo che al momento dei fatti la sua capacità d’intendere «fosse grandemente scemata ma non totalmente assente», mentre «la capacità di volere era sufficientemente conservata».
«Per fortuna gli è stata riconosciuto solo un vizio parziale di mente – spiega Andrea Masini –. La perizia psichiatrica dice chiaramente che Kabobo non è una persona con squilibri mentali tali da giustificare la ferocia con cui ha colpito. Il perito psichiatrico ha fatto un lavoro certosino riuscendo a dimostrare che la condotta antisociale e violenta di Kabobo non ha nulla a che fare con il suo vissuto».
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