lunedì 30 marzo 2020

HARVARD BOCCIA IL GOVERNO: “BRINDISI MENTRE CORONAVIRUS SI DIFFONDEVA”









HARVARD BOCCIA IL GOVERNO: “BRINDISI MENTRE CORONAVIRUS SI DIFFONDEVA”





Nessun “modello Italia”. O meglio: nessun ‘modello Conte-Casalino’. Anche la Harvard Business Review, rivista scientifica dell’ateneo statunitense, avvisa i politici americani: non fate quello che hanno fatto in Italia gli accoglioni.

Gli analisti di Harvard rimproverano al governo italiano, essenzialmente, quello che noi rimproveriamo da settimane. Ovvero, l’aver sottovalutato l’epidemia che sarebbe esplosa di lì a poco investendo il Paese: “fallimento sistematico nel reagire sulla base delle informazioni esistenti in modo rapido ed efficace”.
L’errore principale è stato quello tipico delle persone poco intelligenti: avere selezionato, a livello inconscio, solo le informazioni “che confermano il nostro modo di vedere le cose o le nostre ipotesi iniziali”. Insomma, la pecca tipica dei radical chic che vivono in una bolla e si convincono che quello che ascoltano dentro la bolla sia la realtà: così hanno sottovalutato l’allarme, definendo chiunque volesse prendere decisioni drastiche ‘fascioleghista’. Anche Burioni.
E poi, ovviamente, le campagne pubbliche per dire no al razzismo, gli aperitivi, le ingozzate di involtini, “Milano non si ferma”, per Harvard sono state iniziative inopportune che hanno aperto la strada al virus.
Gli studiosi denunciano “lo scetticismo” sia da parte delle persone, sia da parte dei politici, “nonostante diversi scienziati avessero continuato a mettere in guardia sulla potenziale catastrofe”.
“A fine febbraio I politici italiani si stringevano le mani a Milano per sottolineare che non c’erano rischi e che l’economia non doveva fermarsi per via del virus, una settimana dopo uno di loro (Zingaretti ndr) era positivo al Covid-19”, si legge nell’articolo. Nel caso di una minaccia di questo tipo, al contrario, il tempismo “nell’interpretare rapidamente cosa sta accadendo” è fondamentale.

Gli analisti boccano anche i decreti del premier Conte, che hanno imposto una serie di progressive restrizioni, settimana per settimana, in ritardo rispetto alla crescita esponenziale del virus: “L’Italia ha seguito la diffusione del virus, piuttosto che prevenirla”.
Lo andiamo dicendo dall’inizio. Basta una decisione drastica e geograficamente limitata immediatamente. Invece di decine di passi verso la chiusura totale.
Inoltre, l’approccio graduale di Palazzo Chigi, notano ad Harvard, avrebbe”inavvertitamente facilitato la diffusione”. L’iniziale chiusura delle province del Nord, infatti, ha provocato la fuga di massa nel resto d’Italia, dicono gli esperti. Al contrario, scrivono, “una risposta efficace ha bisogno di essere sviluppata con un sistema di azioni coerenti adottate simultaneamente”, come è successo in Cina ed in Corea del Sud.
Non solo, ad Harvard sottolineano come il governo abbia ignorato anche gli esempi virtuosi che aveva in casa. Il caso di studio è quello dell’approccio differente in Lombardia e Veneto. Nella regione del Nord Est è stato adottato “un approccio molto più proattivo al contenimento del virus”, con una strategia più ampia che ha portato ad una riduzione del numero dei contagi. È il caso, ad esempio dell’estensione dei test anche agli asintomatici.
Per gli analisti di Harvard il governo avrebbe dovuto tenere conto di queste intuizioni per aggiornare la strategia nelle altre regioni e a livello centrale. Ma questo, sottolineano, è stato fatto soltanto pochi giorni fa. E infine il problema della raccolta dei dati, altro punto debole della strategia del governo Conte.. All’inizio ci sono state poche informazioni, e ora sono poco precise.
Insomma, i migliaia di morti pesano sulla coscienza marcia degli accoglioni. Sono il risulto di una classe politica demente e buonista. Che ha preferito sacrificare gli italiani per non mettere in quarantena i cinesi.













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