“SINDACO LEGHISTA DÀ 13 CASE POPOLARI AI RICHIEDENTI ASILO”: ACCADE A UDINE
“SINDACO LEGHISTA DÀ 13 CASE POPOLARI AI RICHIEDENTI ASILO”: ACCADE A UDINE
Tredici case popolari a disposizione dei richiedenti asilo invece che degli udinesi che ne hanno bisogno: Stefano Salmè, segretario di Io Amo Udine, attacca la giunta del fin qui ottimo sindaco leghista Fontanini sul tema dell’accoglienza, criticando una convenzione tra Palazzo D’Aronco e Codess Fvg per il famigerato progetto Siproimi (finanziato da un fondo nazionale), che prevede l’accoglienza di 52 richiedenti asilo (single o nuclei familiari) per i quali il Comune mette a disposizione alcuni alloggi popolari.
Ricordiamo che il cosiddetto Siproimi è l’ex Sprar dove Lamorgese fa questo:
Quindi abbiamo un comune a guida leghista che mette a disposizione case popolari di un progetto che va contro quanto deciso da Salvini.
«A seguito del rinnovo della convenzione Siproimi, tra Stato e Comune, Udine si farà carico di destinare ben 13 appartamenti di sua proprietà per l’accoglienza di 52 stranieri destinatari di protezione internazionale commenta Salmè -. Gli alloggi comunali, da non confondere con quelli Ater, svolgono una funzione sociale delicatissima e fondamentale, che è quella di dare un riparo temporaneo a persone o famiglie in emergenza sociale. A Udine sono centinaia le persone che aspettano di vedersi assegnare un alloggio popolare e gli alloggi del comune rappresentano l’unico baluardo che le separa dallo status di senzatetto. Assegnare tredici appartamenti comunali all’accoglienza di extracomunitari, significa creare dei nuovi profughi italiani. Non era esattamente quello che gli attuali amministratori di Udine avevano promesso in campagna elettorale». Salmè aveva già criticato la giunta per le politiche sui migranti, definendo contraddittoria la situazione «di un Comune a guida leghista che rinnova, in modo quasi automatico, quasi tutte le convenzioni che regolano i rapporti tra l’amministrazione comunale e le realtà del mondo no profit che gestiscono la cosiddetta accoglienza».
A finire nel mirino, qualche giorno fa, era stato (sempre nell’ambito del progetto Siproimi/Sprar) l’impegno triennale di Palazzo D’Aronco con uno stanziamento complessivo di 1,78milioni di euro, provvedimento per cui Salmè aveva accusato la giunta di seguire le orme della gestione Honsell: a rispondere era stato l’assessore alla sicurezza, Alessandro Ciani che aveva spiegato: «La scelta dell’amministrazione è dipesa dal fatto che aderendo a questo sistema i fondi destinati alla gestione di questo tipo di accoglienza arrivano direttamente dal ministero dell’Interno, evitando in questo modo l’esborso di denaro del Comune, come avviene obbligatoriamente nel caso dell’accoglienza dei minori. Dire che questa giunta sta seguendo le orme delle precedenti significa buttarla in caciara». «Replica farisaica controbatte ora Salmè -, che non risponde al nocciolo della questione: come si può diminuire il numero dei richiedenti asilo a Udine come promesso in campagna elettorale, se si incentiva la loro presenza in città?».
Non ci siamo. Il popolo non vota la Lega perché poi le case popolari finiscano ai fancazzisti nigeriani (nel caso di Udine quasi tutti pakistani). Tutti gli altri Comuni leghisti si sono ritirati da questa oscenità ex Sprar.
Se è vero che Udine è città di confine, e che la legge Zampa (PD) impone l’accoglienza dei minori a spese dei comuni, un sindaco ha modo di opporsi anche rischiando la galera, come fa Salvini, oppure vada a casa.
Ricordiamo che il governatore leghista del Friuli, Fedriga, ha creato una task-force proprio per individuare i finti minori che pesano sulle casse dei comuni:
Destinare 13 case popolari o simili ai richiedenti asilo è un’oscenità. In una regione dove la Lega sta facendo di tutto per rovesciare il disastro lasciato da Serracchiani: