sabato 28 dicembre 2019

SHARIA A PARIGI, BANLIEUS ISLAMICHE VIETATE ALLE DONNE SOLE









SHARIA A PARIGI, BANLIEUS ISLAMICHE VIETATE ALLE DONNE SOLE









Del resto lo Stato francese lo ha ammesso:


Il filosofo francese Michel Onfray denuncia quello che è sotto gli occhi di tutti: lo Stato francese ha perso il controllo di interi quartieri, ormai in mano a bande di immigrati di prima, seconda e terza generazione. Tutti ‘francesi’. Vere e proprie enclaves etniche dopo la polizia rinuncia ad entrare per non scatenare la guerra …


Bar e caffè riservati agli uomini di fede islamica, violenze e molestie in ascesa nei confronti delle donne: nelle periferie di Parigi, che assomiglia sempre di più a Riyad, capitale dell’Arabia Saudita, la segregazione dei sessi, come racconta Libero, è una vera e propria realtà.



In alcune zone periferiche della capitale francese, infatti, la legge è quella della sharia e dell’Islam politico dove le comunità musulmane hanno replicato i legami del villaggio, le strutture patriarcali e le pratiche religiose dei loro paesi d’origine e dove l’assimilazione – più che l’integrazione – ha fallito. Proprio come in un’altra capitale europea, Bruxelles, per fare solo un esempio, dove oltre l’80% dei musulmani pensa che le donne dovrebbero lavorare meno “per il bene della propria famiglia”, mentre solo il 37% dei non musulmani è d’accordo.
Secondo euro-islam, i sobborghi parigini compongono le aree con la più alta percentuale di musulmani in Francia. Secondo un censimento del 1999: 1.611.008 immigrati vivono nella regione dell’Ile-de-France. Di questi, 466.608 provengono dal Maghreb, 238.984 dall’Africa sub-sahariana e 50.125 dalla Turchia. Questi tre gruppi di popolazioni immigrate rappresentano quasi il 50% della popolazione immigrata nella regione dell’Ile-de-France. La popolazione nordafricana vive prevalentemente nel dipartimento della Senna-Saint-Denis, Yvelines e Val-de-Marne. Gli immigrati con origini sub-sahariane risiedono principalmente nel centro della città e in tre città suburbane: Bobigny, Vitry-sur-Seine e Cergy.
A Parigi e sobborghi, dove esitono circa 75 moschee, il 68% dei musulmani afferma che la religione è una parte importante della loro vita quotidiana. Come scrive Libero in alcune zone periferiche dove la presenza dei musulmani radicali è forte, la situazione per le donne, come raccontato dal Parisien, sta peggiorando, con la moltiplicazione di “zone riservate alle donne”, perché le molestie e le violenze sono in forte ascesa. L’ultimo episodio significativo è accaduto poche settimane fa a Gare du Nord, la stazione da cui partono i treni regionali Rer verso le periferie multiculturali a nord della capitale: qui il personale della Sncf (la società dei trasporti parigini), ha riservato alle donne l’accesso a dei vagoni speciali. Ufficialmente per “per questioni di sicurezza” ma è solo modo per nascondere l’aumento di episodi di molestie e violenze sessuali ai danni delle donne vittime degli islamisti.
Che il problema dell’Islam politico a Parigi sia reale lo conferma il fatto che lo scorso novembre il governo francese ha chiuso, come riporta Le Parisien, ben 130 locali, 12 luoghi di culto, tre scuole e nove associazioni legate all’islamismo radicale a Parigi. “Combattiamo contro l’islamismo politico che suggerisce che la legge di Dio è superiore a quella della Repubblica”, ha detto ai media francesi Il segretario di Stato francese per gli interni Laurent Nuñez, sottolineando che l’islam politico, tuttavia, non deve essere confuso con la religione islamica nel suo complesso. Tali chiusure rientrano nel Piano nazionale per la prevenzione della radicalizzazione (Pnpr).
Le ideologie islamiche radicali, come il salafismo, dilagano nei circoli intellettuali islamici in Francia, secondo l’esperto franco-tunisino Hakim el Karoui dell’Istituto Montaigne, che lo scorso anno ha prodotto un rapporto per il presidente francese Emmanuel Macron. Karoui ha anche sottolineato la crescita dell’influenza straniera da parte di Paesi come la Turchia e l’Arabia Saudita, che finanziano moschee e imam che promuovono tesi fondamentaliste e radicali. E questo accade in quasi tutta Europa, non solo in Francia.
Secondo un video ripreso con una telecamera nascosta e trasmesso di recente dall’emittente televisiva France 2, le donne sono letteralmente sparite dai caffè e dai bar di alcuni quartieri periferici musulmani della Francia. Il filmato mostra Nadia Remadna e Aziza Sayah, due attiviste del gruppo La Brigade des Mères (La Brigata delle Madri), che entrano in un caffè del sobborgo parigino di Sevran, dove sono accolte con sorpresa e ostilità dai clienti esclusivamente uomini. E uno di questi dice loro: “È meglio aspettare fuori. Ci sono uomini qui dentro (…) In questo bar, non c’è eterogeneità”.
Gatestone Institute
Un altro avventore si rivolge alle due donne dicendo: “In questo caffè non c’è promiscuità. Siamo a Sevran e non a Parigi. Qui c’è un’altra mentalità. È come tornare a casa”.
In un sobborgo di Lione, la giornalista dell’emittente tv France 2, Caroline Sinz ha parlato con una ragazza che le ha raccontato che ha paura di uscire di casa, indossa abiti larghi e non si trucca per evitare di essere presa di mira dagli uomini musulmani del quartiere.
Nelle parole della Sinz, le donne sembrano “essere state cancellate” dai caffè e dalle strade. La giornalista spiega poi che le donne di questi quartieri erano solite protestare contro lo statu quo ma ora:
“Hanno paura, hanno già fatto sentire la loro voce in numerose città e sono state insultate e aggredite. (…) Così adesso per evitare le minacce e di subire pressioni, si censurano da sole e stanno zitte.
Axelle Lemaire, ministro per gli Affari digitali e il primo funzionario governativo a commentare il video, ha detto che dal reportage sarebbe emerso un “intollerabile” e “illecito” caso di “discriminazione contro le donne”. Ha comunque aggiunto che non è una questione di religione e ha affermato che le comunità musulmane francesi non possono essere colpevolizzate.
Il commento della Lemaire sulla religione rivela, ancora una volta, l’ostinata ignoranza mostrata da molti membri dell’establishment europeo nel rifiuto di occuparsi dei problemi dell’islamizzazione. Sevran fa parte del dipartimento della Seine-Saint-Denis, una zona abitata da più di 600.000 musulmani, su una popolazione di 1,4 milioni di abitanti. Già nel 2011, un’inchiesta condotta dallo stimatissimo politologo ed esperto di Islam Gilles Kepel, intitolata “Banlieue de la République“, mostrava che Seine-Saint-Denis e altre banlieue erano diventate delle società islamiche parallele, sempre più tagliate fuori dal resto della società francese. Il fatto che le donne ora siano sparite dalle strade di Sevran è strettamente collegato all’islamizzazione di queste società.
L’islamizzazione è stata alimentata e rafforzata dagli ingenti investimenti fatti in Francia dal Qatar – in particolare nelle moschee – e che attualmente ammontano a circa 22 miliardi di dollari. Investire nelle moschee è il modo in cui il Qatar diffonderebbe il wahhabismo/salafismo – una forma particolarmente radicale di Islam – in tutto il mondo.
La legge islamica della sharia è abbastanza chiara sul ruolo della donna nell’Islam. I politici francesi farebbero bene ad aprire un Corano prima di dire che i recenti avvenimenti “non hanno niente a che fare con l’Islam”. Il Corano dice che una donna deve obbedire ciecamente al marito [Corano 4:34][1] e che il suo ruolo è in casa, dove dovrebbe preferibilmente stare, a meno che non abbia mansioni legittime da svolgere fuori dalle mura domestiche [Corano 33:33].[2] Nei paesi in cui la sharia è la legge dello Stato, come in Arabia Saudita, una donna non può uscire di casa senza il permesso del marito.
Visto il ruolo servile delle donne nella sharia, è solo un’evoluzione naturale il fatto che questi quartieri periferici francesi, che sono diventati islamizzati e in cui la legge islamica è tenuta in grande considerazione, ora assomiglino all’Arabia Saudita. Gli effetti cumulativi dell’islamizzazione, finanziati con il denaro e l’influenza del Qatar, potrebbero sorprendere solo quelle élites politiche e culturali che si rifiutano ostinatamente di prendere atto della realtà e affrontarla.
Un altro politico francese, l’ex ministro del Lavoro Eric Woerth ha detto che il filmato “è una stilettata al cuore della Repubblica. Il cuore della Repubblica è la parità tra uomini e donne”. Ma questa appassionata dichiarazione di “liberté, égalité, fraternité” non è un po’ tardiva’? Dove sono stati questi politici? Un anno fa, Pascale Boistard, che è stata ministra francese per i Diritti delle donne, dichiarò in un’intervista:
“Ci sono zone del nostro territorio dove le donne non sono accettate, dove non sono rispettate e dove sono praticamente costrette ad accettare questo fatto come se fosse un inconveniente della vita quotidiana. E tutti sembrano trovare questo più o meno normale. (…) In molti quartieri, le donne sono relegate in determinati spazi (l’atrio, l’uscita dalla scuola…) e sono praticamente assenti in altri, come i luoghi sportivi o quelli di svago. È normale che in alcuni posti non si trovi nemmeno una donna nei caffè? C’è una forma di moralità distorta, spesso esercitata da gruppi di minoranza su una maggioranza e che fa sì che lo spazio pubblico, che dovrebbe appartenere tanto agli uomini quanto alle donne, sia precluso alle donne”.
La subordinazione, l’umiliazione e l’intimidazione delle donne nei sobborghi vanno avanti da decenni, proprio sotto il naso di quei politici che affermano di preoccuparsi dei diritti delle donne e del “cuore della Repubblica”, ma preferiscono vivere nell’ignoranza. Nel 2002, la compianta autrice di Dans l’enfer des tournantes (Via dall’inferno), Samira Bellil, ha raccontato come la sua vita da adolescente nella banlieue parigina alla fine degli anni Ottanta sia stata un vero inferno, come il titolo lascia intendere. In un articolo apparso sulla rivista Time nel 2002, la scrittrice ha detto: “Dal momento in cui una ragazza esce di casa, i giovani [musulmani] credono di avere il diritto di giudicarla e trattarla in modo diverso. In casi estremi, questo porta a violenze e aggressioni”. La Bellil è stata stuprata in gruppo più volte da giovani musulmani che conosceva e che l’avevano presa di mira perché “ogni ragazza del quartiere che fuma, si trucca o indossa abiti che attraggono l’attenzione è una puttana”. Nell’articolo inoltre si legge:
“La polizia è riluttante a pattugliare le zone per il timore di violenze. Risultato: in molte banlieue la civiltà e l’ordine pubblico non esistono e bande di giovani musulmani pensano di poter aggredire impunemente le donne…”.
Questo accadeva quindici anni fa.
Nello stesso articolo, il Time ha intervistato Fadela Amara, leader dell’organizzazione Ni Putes ni Soumise (“Né puttane né sottomesse”) che si batte affinché le donne possano vivere una normale vita moderna. Amara ha detto che dal 1992 le donne delle periferie francesi hanno a che fare con l’estesa influenza del fondamentalismo islamico:
“Negli ultimi dieci anni, la condizione delle donne nelle banlieue è peggiorata drasticamente. (…) Si registra un aumento degli insulti contro le giovani donne in jeans, dei matrimoni forzati o combinati dalle famiglie, sempre più ragazze sono costrette a lasciare la scuola e assistiamo anche a una maggiore incidenza della poligamia.
Quindici anni dopo, i ministri francesi fingono di essere sorpresi e indignati del fatto che le donne di questi sobborghi abbiamo finito per cedere all’incessante terrorismo psicologico perpetrato contro di loro e siano sparite dalle strade.
Le donne di un quartiere nella zona est di Parigi si lamentano di non essere in grado di muoversi senza essere insultate da vere e proprie ronde della Sharia. Ne parla Le Parisien, ovviamente dopo le elezioni.
Si tratta di diverse centinaia di metri quadrati dove solo gli uomini possono muoversi da soli e in cui le donne non hanno alcun diritto. Un vero e proprio Stato Islamico nel cuore di Parigi. Caffè, bar e ristoranti sono proibiti. Come marciapiedi, metropolitana e piazze. In un anno, il distretto Chapelle-Pajol di Parigi (X ° – XVIII °), ha cambiato totalmente volto: decine di gruppi di immigrati occupano le strade, molestano le donne.


In Place de la Chapelle e nei suoi dintorni, gli agenti di sicurezza ‘faciliteranno la circolazione delle donne nello spazio pubblico’, reso difficile dalla presenza in un numero molto elevato di giovani uomini. Questo il delirante annuncio del socialista Emmanuel Gregory, incaricato dal sindaco di Parigi di ‘risolvere’ il problema delle violenze e delle molestie …



Disgustati, gli abitanti della zona hanno deciso di lanciare una vasta petizione per denunciare la situazione. Ogni giorno più opprimente. Una delle ragazze, che non possono uscire da sole, indossare una gonna o pantaloni troppo aderenti al corpo senza ricevere una raffica di insulti è stata aggredita e torturata con una sigaretta accesa sul cuoio capelluto.
“Abbiamo perso ogni diritto, è insopportabile”, denuncia Natalie, 50 anni, che vive da trent’anni nel quartiere, un clima “senza precedenti” negli ultimi mesi: “L’atmosfera è agonizzante fino al punto di dover cambiare il nostro itinerario, il nostro vestito. Alcuni hanno venduto le loro case”. Proprio come la vecchia signora di 80 anni, aggredita sessualmente lungo la strada, e ora trincerata nel suo appartamento.
Perché se non metti muri alle frontiere, poi ti devi chiudere in casa.
Aurélie, una giovane donna di 38 anni, ammette di non riconoscere il quartiere dove ha vissuto per 15 anni: “Il solo fatto di muoversi è diventato problematico. Caffè, sotto casa, accogliente bistrot una volta, trasformato in covo esclusivamente maschile e costantemente affollato: ci sono alcuni giorni, quando è sufficiente mettermi allamia finestra per prendermi una valanga di insulti, e ho dovuto rinchiudermi nel mio appartamento. Prima potevo camminare lungo il Boulevard de la Chapelle anche a tarda notte … Ora è impensabile “.

Le donne, specie in via di estinzione nel cuore di Parigi “Ora il nostro quartiere è abbandonato a soli uomini. Non ci sono i bambini in piazza Luisa de Marillac. Alcuni di noi si nascondono nelle loro case.” Gli abitanti di Chapelle-Pajol hanno scritto una petizione, dal titolo “Le donne, specie in via di estinzione nel cuore di Parigi”.
Questa è l’immigrazione. Stranieri in casa propria.
E non è un caso isolato in Francia:

Secondo un video ripreso con una telecamera nascosta e trasmesso di recente dall’emittente televisiva France 2, le donne sono letteralmente sparite dai caffè e dai bar di alcuni quartieri periferici musulmani della Francia. Il filmato mostra Nadia Remadna e Aziza Sayah, due attiviste del gruppo La Brigade des Mères (La Brigata delle Madri),



Sta avvenendo anche in Italia. Le nostre città occupate da colonizzatori che andiamo a raccattare in Libia e che poi invogliamo a moltiplicarsi con il bonus bebè. Proprio come hanno fatto in Francia.


Troppi interessi x mandare l’esercito a riprendere il controllo vero micron?







La Francia, Orgogliosa, egoista, cieca, sorda, ha allevato milioni di serpi in casa pensando di farne manovalanza a basso costo, le prime generazioni hanno dato pochi fastidi, ma a partire dalle seconde e terze generazioni, le masse mussulmane sono sempre più in aperta rivolta e la Francia verra messa a ferro e fuoco.
Stessa sorte potrebbe capitare a Spagna, Belgio, Olanda, fermania e Italia.
L’Italia deve prepararsi a fronteggiare milioni di immigrati provvenienti da Francia e Germania, L’esercito farà bene a preparare campi di concentramento per ospitarli e tenerli sotto stretto controlloprima che si uniscano a quanti già in Italia che saranno anche essi in piena rivolta perchè l’obbiettivo dei mussulmani è finalmente distruggere l’odiato cristianesimo.
Qunti milioni di morti costerà all’Europa le idiote teorie globaliste?????











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