MOHAMMED DI SECONDA GENERAZIONE SI PREPARANO: «SGOZZEREMO ITALIANI»
GIUGNO 3, 202
La quinta colonna ne facilita la presenza chiudendo le scuole per la festa islamica dello Sgozzamento. Protestano perché Israele sa, a differenza dei nostri governanti, come rapportarsi con loro.
Ma è pieno di piccoli e meno piccoli migranti con l’idea fissa di ammazzare italiani, bambini e adulti. Parliamo di individui per lo più nati o cresciuti tra noi. Perché sono tra noi, ma non sono come noi.
Tipo Ossama, un giovane di 23 anni di origine marocchina, residente a Milano, che aveva progettato di compiere un’azione violenta ispirandosi ai metodi dell’Isis. Il ragazzo era noto per aver partecipato a manifestazioni violente e per aver espresso simpatie per il fondamentalismo religioso. Alcuni testimoni hanno raccontato che da bambino urlava: “Vi taglieremo la gola” ai passanti.
Infanzia, amicizie e stranezze del ragazzo arrestato dalla Digos per legami con l’Isis e ad oggi libero:
Ius scholae.
Sin da bambino, per strada, i suoi coetanei lo prendevano in giro per le raffiche di frasi minacciose e incontrollate che, quando si arrabbiava, gli uscivano di bocca e che all’epoca venivano considerate niente più di semplici «sparate».
A Ossona – paese di 4mila anime a 27 chilometri a nord ovest di Milano dove una moschea o un qualunque centro culturale islamico costituiscono ancora realtà lontane anni luce, mentre la chiesa resta «il faro» della comunità – un ragazzino nordafricano piccolo di statura e mingherlino, appartenente a uno dei primissimi nuclei familiari di migranti venuti a vivere in Italia, non poteva creare alcun tipo di allarme. In questa località, dove i bambini giocano ancora tutti per strada, il piccolo Ossama Ghafir, 18 anni compiuti a gennaio, che spaventava gli amici gridando: «Arriveremo dal Marocco e taglieremo la gola a voi italiani», non poteva che suscitare al massimo un po’ di ilarità. Per il resto era un bambino come tutti gli altri.
Per il resto era un bambino come tutti gli altri. Voleva solo sgozzare gli italiani. Seconde generazioni.
Ne parliamo perché alcuni mesi fa il marocchino ha fatto ricorso in Cassazione dopo la condanna in primo e secondo grado.
Ossama Ghafir, nato in Marocco nel gennaio 2001, si era trasferito con la famiglia a Ossona da bambino e poi a Cerano, nel Novarese, nel settembre 2016, dove attualmente risiede. Il 17 aprile 2019 è stato arrestato con l’accusa d’istigazione a delinquere nell’ambito dell’operazione antiterrorismo “Jannah” della Dda di Palermo. Secondo le indagini, avrebbe tentato di indurre il camionista palermitano Giuseppe Frittitta, convertito all’Islam e ribattezzato Yusuf, a commettere delitti contro la personalità internazionale e interna dello Stato, inviandogli materiale di propaganda dello Stato Islamico e invitandolo a addestrarsi per arruolarsi nell’esercito del Califfato come “foreign fighters”.
Alcuni di questi fatti sarebbero stati commessi quando Ossama era ancora minorenne, motivo per cui in primo grado il gup di Palermo aveva stralciato alcune delle condotte contestate. Frittitta, nel 2020, ha scelto di patteggiare e di “pentirsi”, diventando il primo “radicalizzato” italiano a collaborare con la giustizia. Inizialmente anche Ghafir ha tentato la strada del patteggiamento, ma l’accordo non è stato ratificato dal gup. Da qui la scelta del rito abbreviato che ha portato alla condanna sia in primo che in secondo grado.
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