CASARINI E TOSCANI: L’ITALIA HA BISOGNO DI SOSTITUIRE GLI ITALIANI CON GLI IMMIGRATI
MAGGIO 26, 2021
Commentano le parole di Draghi che ha definito “inaccettabili” le foto dei piccoli clandestini che sarebbero affogati in Libia. Tutte foto girate da presunti scafisti al grande capo di una ong.
Secondo loro è tempo di spalancare le porte per favorire l’incremento demografico e sostituire quindi gli italiani con i clandestini.
Certo, se continuiamo ad affidare i ponti agli amici di Toscani, il calo demografico rischia di essere un problema. Che, in realtà, ad oggi non esiste. E poi: davvero pensate di sostituire Galileo con la Kyenge?
Perché non fotografi un aborto. Mostraci il mondo dei diritti umani, cazzaro.
Ma Toscani poi dà sfogo a tutta la propria ignoranza: “Adesso bisogna fare qualcosa. Il problema è la migrazione. Va risolto, non c’è niente da fare, è inarrestabile. Dobbiamo essere bravi a diventare un grande Paese, questa è la prova se ne siamo all’altezza”. Un grande Paese, quindi, per il fotografo, è un Paese che apre all’immigrazione indiscriminata. “L’Italia ha bisogno di immigrazione. Va organizzata come hanno fatto tutti i grandi Paesi. Come è nata l’America? E poi il 57% degli svizzeri è di origine migratoria”. Tutte frasi fatte già sentite più volte quando i radical chic di sinistra toccano il tema dei flussi migratori verso l’Italia: dobbiamo, secondo il fotografo, “cominciare a programmare il fenomeno. I migranti devono lavorare come dobbiamo lavorare tutti noi. Dobbiamo organizzare una società civile”.
Ma infatti. L’Italia è come l’America, un enorme continente spopolato da popolare. Che poi, tra l’altro, sa che fine hanno fatto gli abitanti autoctoni delle Americhe?
Secondo questo sfaccendato al libro paga dei Benetton, dovremmo ripercorrere la folle strada dei francesi che non sono più francesi. Perché, del resto, sarebbe anche ora di avere anche noi qualche bella decapitazione in strada, no? Almeno, così, secondo questo personaggio in cerca di nuovo padrone, saremmo un grande paese. Sciocchezze di un ignorante che si crede intelligente.
Non poteva mancare l’uomo dello champagne, il capo missione di Mediterranea Luca Casarini:”Il Presidente Draghi ha definito ‘inaccettabili’ le immagini dei piccoli corpi senza vita sulla spiaggia di Zwara, in Libia. È esattamente così, inaccettabile. Ma allora il Presidente dovrebbe definire inaccettabile il sistema che provoca queste morti continue”. Ecco quindi che Casarini si scaglia contro il vero elemento in grado di ostacolare la serena prosecuzione dei flussi migratori dalle coste africane all’Italia: “Quel ‘patto Italia-Libia’ che costringe migliaia di bambini a vivere dentro campi di concentramento dove sono esposti alle più brutali sofferenze. È inaccettabile che il soccorso in mare sia stato sospeso in favore di una attività di ‘polizia di frontiera’”, accusa il capo missione di Mediterranea ai microfoni di AdnKronos, “perché questo è quello che fanno le milizie libiche travestite da ‘guardia costiera’ – che ha catturato e deportato di nuovo in quei campi migliaia di persone dall’inizio dell’anno”.
Totalmente ignorante. Non si imbarcano i libici. Ma i clandestini che vanno in Libia autonomamente. Non vengono lì deportati, ci vanno. E pagano per andarci. E poi imbarcarsi. E lui lo sa, che pagano. Sa anche che valgono 4mila euro a testa.
“È inaccettabile che per meri calcoli politici ed elettorali, questi bambini siano morti cosi, con i loro genitori, tentando di scappare da quelle prigioni”, aggiunge Casarini, che poi si scaglia contro chi non la pensa esattamente come lui, in perfetta linea con la tradizione buonista nostrana. Pur senza mai menzionare tali personaggi, pare evidente che, ricollegandosi a forze politiche che fanno parte del governo Draghi (essendo la Meloni all’opposizione) il riferimento sia a Salvini ed alla Lega. “E mentre accade questo, e accade ogni giorno, qualche sciacallo che fa parte del governo del Presidente Draghi, ha il coraggio di definire “turisti a spese nostre” le donne, gli uomini e i bambini che riescono a salvarsi e chiedono accoglienza sulle nostre coste. Inaccettabile parlare di “difesa dei confini” mentre i bambini annegano è inaccettabile. Questo sistema inoltre alimenta il traffico di esseri umani, perché non esistono vie legali e sicure per scappare dall’inferno libico”.
Anche limitare le partenze per limitare il numero dei morti è ovviamente inconcepibile per chi si occupa di traghettare i migranti fino alle nostre coste:”È inaccettabile che si continui a dire che “meno partono e meno muoiono”: quelli che rimangono in Libia sono ridotti allo stato di schiavitù, sottoposti a torture e stupri, uccisi senza che nessuno lo sappia”, precisa Casarini, che poi porta l’attenzione sulle difficoltà burocratiche che le navi Ong devono affrontare per svolgere il loro servizio di trasporto. “E infine è inaccettabile che continui la guerra e la criminalizzazione con inchieste pilotate e fasulle contro chi fa soccorso civile in mare. Finché gli Stati continueranno con le politiche di morte, noi continueremo ad andare in mare per aiutare i nostri fratelli e sorelle”.
Ad intervenire è anche la responsabile della comunicazione della Ong spagnola in Italia Veronica Alfonsi, che commenta le stesse immagini e la reazione del premier ad esse: “Ci si indigna a singhiozzo di fronte a immagini drammatiche”, esordisce la donna, come riferito da AdnKronos.”Una indignazione che non si traduce mai, purtroppo, in una presa di coscienza e una assunzione di responsabilità rispetto a questo tema. Attendiamo che finalmente avvenga. Dall’inizio dell’anno”, precisa Alfonsi,”sono morte oltre 600 persone, tra cui tanti altri bambini. E sono numeri al ribasso. Sappiamo benissimo che in assenza di navi umanitarie, notizie non ce ne sono, il mare ingoia e non lascia tracce se non dopo molti giorni. Nel caso delle ultime immagini, per esempio, è ancora necessario capire di quale naufragio si tratti. La situazione è davvero inaccettabile”.
Anche Open Arms si lamenta degli eccessivi controlli sulle attività delle navi che operano nel Mediterraneo: “Sono 6 anni che continuiamo ad essere in mare, nonostante fermi e processi, per ricordare all’Europa la sua identità e che la sua responsabilità è di mettere in campo politiche che abbiano come priorità il rispetto dei diritti umani e della vita delle persone”. È giunto quindi il momento di tirare le somme e lasciare più libertà di azione, “meno indignazione e più fatti. C’è un’emergenza in mare che va affrontata e ci dovrebbe essere una struttura europea a livello governativo di soccorso in mare. Questa è la prima risposta”, dichiara Alfonsi. “Poi è chiaro che il problema va risolto a monte e non solo con i soli corridoi umanitari ma anche con canali di ingresso legali in Europa. Stiamo parlando di numeri piccoli che si potrebbero gestire evitando che le persone rischino la vita in mare”, conclude.
Sono numeri piccoli. Diteci dove avete portato Josefa. Fatela intervistare da giornalisti indipendenti. Fateci raccontare chi è lei e chi siete voi. E tornate in Spagna, dove i clandestini li manganellano, senza venire qui a traghettare l’Africa in Italia.
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