PORTI APERTI, DIETRO DECISIONE GIUDICE IOLANDA C’È LA CONSULTA: ABOLIRLA
OTTOBRE 2, 2023
Il Pd governa da anni senza vincere una elezione attraverso le burocrazie non elette. Come la magistratura e la sua espressione più alta, la Consulta. In democrazia non dovrebbe e non deve esistere un organo non eletto che ha il potere di affossare le leggi volute dal popolo.
Albamonte entra nel merito della vicenda che riguarda il pm di Catania Apostolico e ricorda, infine, che “per insegnamento della Consulta, la normativa comunitaria è direttamente applicabile tutte le volte che ci sia contrasto con le norme nazionali, prevale la normativa europea, ed è quello che è avvenuto in questo caso”.
Il problema è tutto qui. Al di là della farneticante decisione del giudice Iolanda, c’è un problema più serio. Anzi due: la Consulta e la Ue. E’ necessario inserire in Costituzione la primazia delle leggi nazionali rispetto a quelle comunitarie, anche se non dovrebbe essere necessario.
E normalizzare la Consulta: abrogandola, sarebbe la scelta più bella, anche esteticamente, oppure imporre le decisioni sulla costituzionalità delle leggi all’unanimità, così da renderlo un organo davvero imparziale e non politico. Solo gli organi eletti possono essere politici.
“Questi sono comportamenti non degni di una democrazia”. Eugenio Albamonte, ex segretario di Area, si sfoga con l’Ansa dopo le polemiche nate attorno alla figura di Iolanda Apostolico, giudice di Catania che ha liberato quattro migranti.
“Anziché percorrere la strada delle impugnazioni, si preferisce la strada dell’aggressione nei confronti della giudice di Catania scavando nella sua vita privata per capire quali siano i suoi orientamenti personali”, denuncia Albamonte.
“C’è una involuzione molto forte del governo attuale nel rispettare il ruolo della magistratura”, aggiunge il pm noncurante del fatto che l’imparzialità debba sempre prevalere su qualsiasi diritto alla privacy. Dovrebbe essere più che legittimo che i cittadini conoscano il pensiero politico di chi li giudica eppure Albamonte si scaglia contro il governo “che si professa garantista, che parla di privacy, che vuole tre giudici e non uno per decidere di libertà personale, poi non si rende conto che questa norma che introduce la cauzione per i migranti non è né liberale né garantista”. Certo, perché, ovviamente, criticare il contrasto all’immigrazione clandestina è sbagliato a prescindere per chi guida Area, la corrente di magistrati di sinistra al cui congresso hanno partecipato anche i leader dell’opposizione Elly Schlein e Giuseppe Conte, a dimostrazione ancora una volta della loro scarsa imparzialità.
“Prima il problema nei rapporti tra magistratura e i governi, da Berlusconi in poi, si manifestava in caso di decisioni che riguardavano soggetti politici, oggi invece – sottolinea Albamonte – è oggetto di aggressione qualunque decisione che contrasti con il ‘sentiment’ del governo”.
Albamonte entra nel merito della vicenda che riguarda il pm di Catania Apostolico e ricorda, infine, che “per insegnamento della Consulta, la normativa comunitaria è direttamente applicabile tutte le volte che ci sia contrasto con le norme nazionali, prevale la normativa europea, ed è quello che è avvenuto in questo caso”.
Albamonte è la toga rossa del tribunale di Roma. Noto per avere una ossessione contro tutto ciò che sia libertà di pensiero e identità:
E’ lui che ha mandato i Ros a casa di alcuni italiani perché avevano osato criticare l’attuale inquilino del Quirinale.
Non ama il calendario di Mussolini:
CORTEO ISLAMICO A BRESCIA!
://youtu.be/B42gdPe_XkQ
Il video è stato pubblicato oggi, tuttavia non c’è la data.
Povera Italia quanta terronaglia corrotta senza scrupoli siede nei posti strategici ecco perchè farà una brutta fine