martedì 31 ottobre 2023

CRIMINALE DELLA SINISTRA AL PROCESSO CHIEDE DI FARLO TORNARE AL SUO PAESE, MA L'ACCOGLIENZA CRIMINALE COSTRUITA DALLA SINISTRA BLOCCA ANCHE LE RICHIESTE DEI CRIMINALI CLANDESTINI SE NO LA STESSA PERDE I SOLDI





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L’APPELLO DOPO L’ARRESTO: “VI PREGO FATEMI TORNARE IN NIGERIA”

OTTOBRE 31, 2023








LE LEGGI NAZISTE DELLA SINISTRA IMPEDISCONO I RIMPATRI ANCHE SE L'IMMIGRATO LO CHIEDE:



In aula, durante l’udienza in cui è stato condannato per lesioni aggravate e resistenza, ha chiesto di tornare in patria. “Voglio rientrare in Nigeria”. E potrebbe essere accontentato piuttosto velocemente. Lui è il ventottenne arrestato sabato mattina a Barco, davanti alla chiesa, dai carabinieri del Norm di Ferrara. Nella tarda mattina di ieri, si è presentato davanti al giudice Giovanni Solinas per la convalida dell’arresto. Era accusato di resistenza e pubblico ufficiale e di lesioni aggravate nei confronti di un militare. Dopo la convalida dell’arresto, assistito dall’avvocato Filippo Sabbatani, ha chiesto di patteggiare la pena, che alla fine è stata di sei mesi di reclusione senza sospensione condizionale, per alcuni precedenti già al suo attivo. Pure al termine dell’udienza ha ribadito la sua volontà di tornare in patria. Anche in considerazione del fatto che qui non ha un posto dove alloggiare, né mangiare.

L’arresto. I militari dell’Arma, sabato mattina, sono intervenuti a Barco perché allertati da alcuni passanti che hanno notato lo straniero prendere di mira alcune auto in sosta, in particolare colpirle a cinghiate. Quando i carabinieri sono arrivati in piazza a Barco, lui stava danneggiando uno scooter. Alla richiesta di fermarsi, è iniziato l’atteggiamento di sfida nei confronti dei militari dell’Arma. Impugnando nella mano sinistra la cinghia e nelle destra un gancio utilizzato come un tirapugni, li ha minacciati, quasi a voler dire di farsi avanti.

Una sfida che non è rimasta ’sulla carta’ ma si è concretizzata in una ginocchiata sferrata a uno dei carabinieri intervenuti. Causandogli contusioni tali che sono state giudicate guaribili in cinque giorni.

Per il nigeriano sono quindi scattate le manette con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate. Ieri l’udienza per la convalida dell’arresto, cui è seguito il processo con rito direttissimo, che si è chiuso con il patteggiamento della pena.

É stato inoltre avviato l’iter per attivare le procedure espulsione dall’Italia, considerando anche la convinzione con cui lo straniero lo ha chiesto durante le fasi del processo. Convinzione che ha espresso ripetutamente.












































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