mercoledì 20 novembre 2019

INIZIANO GLI ATTENTATI ISLAMICI GRAZIE AI SINISTRATI IN ITALIA. 



Perugia, minaccia agenti di farsi esplodere: espulso pusher tunisino

Lo straniero, arrestato nel 2016 mentre spacciava alla fermata dei bus, è stato descritto come un soggetto pericoloso ed ha già fatto ritorno in patria. Durante le fasi di fermo, aveva tentato di aggredire i poliziotti, per poi dichiarare di essere un martire dell'Isis pronto a farsi esplodere a Perugia



È stato finalmente espulso dal nostro Paese un cittadino straniero di nazionalità tunisina che, durante le fasi d'arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, non aveva esitato a minacciare gli agenti della questura di Perugia, raccontando di essere un ex militante dell'Isis e di non aver problemi a farsi esplodere per vendetta.







Stando a quanto riferito dalla stampa locale, i fatti contestati risalgono al mese di maggio di tre anni fa. Arrivato in Italia grazie ad un permesso di soggiorno europeo ottenuto in Germania, il tunisino era subito divenuto un personaggio familiare alle forze dell'ordine per reati e disordini di vario genere. Tanti i fermi avvenuti nei giorni precedenti il definitivo arresto.
Il 4 aprile del 2016, il nordafricano era stato trovato in possesso di 81 g di eroina e 3 di cocaina, cosa che aveva fatto temporaneamente scattare le manette ai suoi polsi, come ricordato durante il processo da uno dei poliziotti chiamati a testimoniare. A distanza di poco tempo, tornato libero, il soggetto era stato nuovamente fermato e denunciato per detenzione di stupefacenti (14 maggio del 2016). Ancora: il 28 maggio del 2016 aveva ricevuto una denuncia per detenzione di armi atte ad offendere dopo essere stato trovato in possesso di un coltello. Si arriva così all'ultimo arresto, quello del 31 maggio 2016.
Quel giorno gli agenti, impegnati in un'operazione di pattugliamento del territorio, lo avevano notato mentre si aggirava nelle vicinanze della fermata degli autobus della stazione di Perugia Fontivegge, in cerca di acquirenti. Accortosi della presenza degli uomini in divisa, il magrebino aveva tentato, senza riuscirci, di disfarsi di un sacchetto che aveva con sé, contenente 12,98 g di hashish divisi in 27 confezioni.

Raggiunto dai poliziotti, aveva allora reagito con estrema violenza, urlando in arabo e cercando di aggredirli fisicamente. Il violento comportamento del soggetto aveva convinto gli agenti ad ammanettarlo e poi condurlo negli uffici della questura. Qui la situazione non aveva fatto altro che peggiorare. In preda alla rabbia il soggetto, descritto dai poliziotti come "persona socialmente pericolosa", aveva cominciato a lanciare minacce sempre più pesanti. Millantando un passato fra le fila dello Stato Islamico, il tunisino aveva dichiarato "di essere un martire pronto a farsi esplodere a Perugia ed a colpire in qualche modo la cittadinanza”, come riferito in aula e riportato da "PerugiaToday".
Quelle affermazioni non avevano fatto altro che aggravare ulteriormente la sua posizione, ed era dunque scattato l'arresto con provvedimento di custodia cautelare disposto dal pm Massimo Casucci. Assistito dall'avvocato Teresa Giurgola, il tunisino è stato espulso dal nostro Paese e rispedito in patria prima ancora della conclusione del processo a suo carico.

























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