giovedì 21 novembre 2019

VENETO INVASO, SUPERATA QUOTA 500 MILA IMMIGRATI: 90% NON VUOLE LAVORARE








VENETO INVASO, SUPERATA QUOTA 500 MILA IMMIGRATI: 90% NON VUOLE LAVORARE

 









Il 90 per cento dei nuovi ingressi in Veneto non entra per lavorare


Procede la sostituzione etnica in Veneto. E non è nemmeno perché “vengono a lavorare”, anche se non ne varrebbe la pena lo stesso.
Aumentano le nascite e gli arrivi, e tra i nuovi ingressi il 60% è per i famigerati “ricongiungimenti familiari”. Uno su quattro viene dalla Romania. Record a San Bonifacio e Mansuè (oltre 18%). Sul piano economico producono un decimo del PIL regionale (9,8%).
Dopo il calo registrato tra il 2014 e il 2016, prosegue l’incremento avviato nel 2017. In particolare, tornano a crescere il saldo migratorio dall’estero (+24.121) e da altre regioni (+2.250). ‘Positivo’ ancora il saldo naturale (un quinto dei nuovi nati in Veneto è straniero), mentre calano le acquisizioni di cittadinanza italiana grazie ai decreti Salvini che mettono paletti.
Ma come mai aumentano? Tra i nuovi Permessi rilasciati ai cittadini extracomunitari, solo l’11,2% è per motivi di lavoro. Avete letto bene: in Veneto quasi il 90% degli immigrati arriva per farsi mantenere.
Il 16,4% per motivi “umanitari”. La quota più consistente è invece per ricongiungimenti familiari (61,6%).
Caratteristiche e presenza degli immigrati in Veneto. Gli stranieri in Veneto sono 501.085, pari al 10,2% della popolazione totale. Le principali nazionalità sono presenti in Veneto da oltre 10 anni: oltre un quarto viene dalla Romania (127 mila). Seguono Marocco (46 mila), Cina (36 mila), Albania (34 mila) e Moldavia (32 mila). Verona è la provincia con più stranieri (110 mila), seguita da Padova e Treviso (rispettivamente 97 mila e 93 mila).
A livello comunale, in termini assoluti il Comune con più stranieri è Venezia (38 mila), seguito da Verona e Padova. Osservando l’incidenza sulla popolazione residente, il primato spetta a San Bonifacio (VR) con il 18,9% e Mansuè (TV) con il 18,5%. Tra i Comuni capoluogo spicca Padova (16,4%). Sopra il 16% anche altri quattro Comuni: Lonigo (VI), Nogara (VR), Arzignano (VI) e Conegliano (TV).
Nel 2018 gli occupati stranieri in Veneto sono 238 mila, pari all’11,1% del totale. Quindi meno della proporzione della popolazione residente.
Non è da sottovalutare nemmeno l’apporto degli imprenditori stranieri, che rappresentano il 9,1% del totale imprenditori: dato in crescita negli ultimi dieci anni (+30,0%), in controtendenza con la diminuzione degli italiani (-12,0%). E non è un caso: arrivano loro, usciamo noi. Cinesi docet.

A livello fiscale, nel 2018 sono 419 mila i contribuenti nati all’estero residenti in Veneto. Essi hanno dichiarato mediamente 14.774 euro annui, circa 8 mila euro in meno rispetto alla media degli italiani. Ad essi comunque si possono ricondurre solo 872 milioni di euro di Irpef versata. Una frazione di quanto prendono con i sussidi e servizi sociali.
Chiudere i porti serve a pochissimo se non abroghiamo i fottuti ricongiungimenti familiari. Perché dobbiamo riempirci di parassiti che renderanno l’Italia e il Veneto simili ad una fottuta banlieu parigina?





Sono da ringraziare le minoranze minorate cattocomuniste e specialmente la maggioranza dei chierici, con o senza abiti talari, di tutto l’establishment e del personale politico tutto.
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https://www.youtube.com/watch?v=TN5WfxVpYHU&feature=push-sd&attr_tag=wFNOWOd5KwzBfMLL%3A6










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