lunedì 1 luglio 2019

SEAWATCH: “IN LIBIA LI TENEVANO A DIETA”




SEAWATCH: “IN LIBIA LI TENEVANO A DIETA”




“I migranti a bordo hanno subito ogni tipo di torture in Libia. Abbiamo ascoltato in queste due settimane tante storie terribili. Uno di loro ci ha raccontato che in Libia a chi non conosceva l’arabo non veniva dato il cibo“.
Questo bizzarro racconto che non reggerebbe nemmeno davanti ad una platea di undicenni, viene da tal Oscar, uno dei componenti della ciurma criminale di Sea Watch rimasto sulla nave sequestrata ieri dopo lo sbarco. Oscar ha 23 anni ed è uno studente. Coi soldi di papi.
Chi può credere che gli energumeni visti sulla Sea Watch siano stati torturati e tenuti senza cibo, ci prendete proprio per scemi.














“Abbiamo raccolto tante testimonianze terribili – millanta – hanno subito di tutto. Ed erano felici di ricevere tanto affetto sulla nostra nave, dopo avere subito solo torture e angherie”.


Giorgia Orlandi, inviata di Euronews a Lampedusa, ha parlato con uno dei 42 clandestini sbarcati dalla Sea Watch 3. Dice di chiamarsi Khadim Diop, ha 24 anni ed è del Senegal. Del Senegal! Sono questi i ‘disperati’ di Carola. Delirio puro. “Non c’era molto cibo, solo cuscus. 


“Non capivano perché non potevamo attraccare con la nave al porto – dice – e non sapevamo cosa dire. Ma lo abbiamo sempre rassicurati e tranquillizzati”. Anche la notte dello sbarco i migranti a bordo, quaranta in tutto, “hanno avuto paura”. “Erano tutti spaventati per le scene al porto – dice Oscar – non capivano perché la gente gridava e cosa diceva. Ma hanno capito che non erano i benvenuti. Avevano tanta paura. Noi li abbiamo tranquillizzati”.

Le testimonianze contano zero. Come queste:


Continua la propaganda senza prove dei media di distrazione di massa sulla situazione libica. Leggete cosa scrive TgCom: Orrore in Libia, oltre venti persone morte in un centro detenzione: erano rinchiuse tra spazzatura ed escrementi Almeno 20 persone sono morte di fame e di sete dopo essere rimaste chiuse per mesi in un hangar.

Siamo in presenza di un’offensiva mediatica volta a stimolare pietismo. Ma ormai non funziona più.


L’idea di «accogliere tutti gli immigrati, anche perché l’Italia è un paese cattolico» è condivisa da meno del 20% degli italiani. Per lo più vecchie dame della Caritas. E si è di converso fortemente accresciuta la quota di chi dice che «dobbiamo respingerli tutti» o, come sostiene la maggioranza relativa, 










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