mercoledì 31 luglio 2019

ITALIANO CONDANNATO A 6 MESI DI CARCERE PER VIGNETTA SULLA KYENGE





ITALIANO CONDANNATO A 6 MESI DI CARCERE PER VIGNETTA SULLA KYENGE




E poi la chiamano democrazia. E dicono che le toghe non sono rosse. Mentre nessuna toga infagottata indaga sull’augurio di morte della prof sinistra ai Carabinieri (e giustamente, perché l’opinione, anche più odiosa, è sacra), immaginate cosa sarebbe successo se quel ‘-1’ fosse stato scritto sotto il post per la morte di un clandestino.
Ecco, smettete di immaginare. Un 60enne di Lodi è stato condannato a sei mesi di reclusione per diffamazione aggravata ai danni dell’ex ministro del Partito democratico, la congolese Cecile Kyenge, che, vista la somiglianza, secondo l’accusa aveva ritratto con un disegno grottesco di una scimmia in un volantino diffuso tre volte e in numerose copie nei pressi della stazione ferroviaria del capoluogo, tra gennaio e agosto del 2013.
Volanti e Digos della questura di Lodi lo avevano identificato attraverso le immagini della videosorveglianza dello scalo e perquisendo l’abitazione in cerca di riscontri avevano trovato anche cimeli fascisti e sequestrato cinque proiettili incamiciati, di tipo militare, circostanza che gli è costata una contestuale condanna ad altri otto mesi di reclusione. Il Tribunale non ha concesso la sospensione della pena complessiva di 14 mesi, risultando a carico del lodigiano altri due precedenti per detenzione illegale di munizioni negli anni Novanta per i quali aveva già usufruito della condizionale.
 L’ imputato, giustamente visto il tribunale da stato di polizia, non si è mai presentato in udienza.
Quindi, qui abbiamo un italiano di 60 anni che, al di là dei proiettili che sono un altro reato, finisce in galera per 6 mesi perché ha diffuso una vignetta di Kyenge in versione scimmia. Il che, sarà anche poco elegante, ma è comunque abbastanza attinente all’osservazione visiva, come in casi di altri politici la stessa osservazione visiva permette di ritrarli in vignette come maiali o cavalli. Senza finire in galera.
Qui siamo in presenza di una sentenza di una gravità inaudita. I legislatori devono depenalizzare i reati di opinione. E sì, disegnare un politico con le fattezze di un animale è sempre stato legale, anche durate i regimi.


















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