NEGATO IL 95% DEI PERMESSI. STOP A VISTI FACILI PER I FINTI STUDENTI AFRICANI
Finalmente, le ambasciate italiane non sono più ‘fabbriche di visti’ per finti turisti o studenti che usano i visti per venire in Italia e non andarsene più. Dopo i ricongiungimenti familiari, il visto turistico è il metodo preferito per entrare in Italia e poi rimanerci una volta scaduto. Ma dopo i porti chiusi, sta finendo anche la pacchia delle ambasciate che, probabilmente dietro corruzione, distribuivano visti come fossero confetti.
«L’ambasciata italiana in Ghana mi ha rifiutato il visto da studente due volte. La prima per ragioni ‘finanziarie’, sebbene fossi sicuro di aver soddisfatto tutte le nuove regole che richiedevano maggiori informazioni sul patrimonio dei miei genitori e di mia sorella. Per la seconda volta, invece, non mi hanno dato alcuna risposta».
Così tal Lawrence Kpegoh, togolese di 21 anni. Ma dall’anno scorso, con il nuovo governo, l’ambasciata d’Italia ad Accra, ha imposto nuovi criteri di selezione. Da allora i cittadini ghanesi hanno registrato un radicale aumento dei visti rifiutati.
«Su 1.275 richieste per studenti in Togo e Ghana (le domande ghanesi erano circa 800, ndr) nel 2018 – recita una nota della nostra ambasciata –, 1205 sono state negate »: il 95%. Una percentuale davvero consistente, tanto più rispetto alla media che dal 2013 al 2017 si assestava intorno al 40%. Il che significa una sola cosa: prima del nuovo governo, le regalavano. E importavamo falsi studenti, e veri clandestini.
«Il comportamento della diplomazia italiana è inaccettabile – commenta Roberta Girgenti, direttrice di una scuola locale di italiano –. Il mio lavoro, come quello di altre scuole italiane, consiste nel promuovere la nostra cultura in Africa attraverso varie iniziative, tra cui l’insegnamento della lingua.
Ma l’anno scorso ci è stato impedito. Questi studenti non sono migranti pronti a partire con un barcone, ma cittadini africani che studiano per migliorare la loro vita e quella delle società in cui lavoreranno».
Ma l’anno scorso ci è stato impedito. Questi studenti non sono migranti pronti a partire con un barcone, ma cittadini africani che studiano per migliorare la loro vita e quella delle società in cui lavoreranno».
Appunto: noi non abbiamo bisogno di ‘migranti’. Abbiamo bisogno che gli italiani non emigrino. Non ci interessa che andiate ad insegnare ‘cultura italiana’ in Africa, così attirando africani in Italia, siamo già al completo:
Le nuove regole imposte dall’ambasciata lo scorso giugno sono sostanzialmente legate al patrimonio familiare. Gli studenti devono provare che loro e i membri della famiglia abbiano introiti monetari regolari per mantenersi durante l’intero periodo scolastico in Italia. Inoltre la documentazione dev’essere presentata con un contributo di 50mila franchi Cfa, circa 75 euro.
Una fonte dell’ambasciata giustifica la politica selettiva con il radicale aumento delle domande di visto e le diverse irregolarità di cui sono stati responsabili in passato gli studenti: falsi conti bancari, borse di studio richieste solo all’arrivo in Italia, ricerca di lavoro anziché proseguimento degli studi, eccetera. In pratica: vengono in Italia con il visto per studenti, ma in realtà vengono a fare altro.
La Farnesina, in una nota, ha fatto sapere che l’ambasciata d’Italia ad Accra «ha applicato oggettivi criteri di controllo volti a contrastare tentativi di elusione della normativa. Ovviamente l’azione dell’ambasciata si pone sempre in linea con l’obiettivo di favorire la mobilità internazionale giovanile e contribuire all’internazionalizzazione del sistema italiano di istruzione superiore».
Il fenomeno dei ‘visti facili’ era una piaga per l’Italia. Importavamo, ogni anno, migliaia e migliaia di finti studenti e, soprattutto, turisti da Paesi improbabili. Speriamo questa selezione non sia limitata al Ghana.
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