COMUNI SI INDEBITANO PER MANTENERE I FIGLI DEGLI IMMIGRATI
“La Regione verrrà in soccorso con un contributo economico a sostegno dei Comuni udinesi che, nell’ultimo trimestre del 2018, hanno affrontato la spesa a favore dei minori stranieri non accompagnati. Inoltre, si è aperto un canale di dialogo tra il Ministero competente e la Prefettura di Udine, al fine di capire quale sia il motivo per il quale solo nella Sinistra Tagliamento si sia verificato il problema del mancato trasferimento delle risorse a favore delle amministrazioni locali”. Lo ha detto l’assessore alle Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti, rispondendo in Consiglio regionale a una interrogazione a risposta immediata (Iri) del consigliere Franco Iacop (Pd) nella quale si chiedevano lumi in merito alla situazione venutasi a creare nel Comune di Cividale su questo tema.
Roberti ha spiegato che la difficoltà riscontrata da quella Amministrazione è la stessa verificatasi anche nelle altre ricomprese in provincia di Udine che non sono state ancora rimborsate dal Ministero per la parte riguardante l’ultimo trimestre del 2017.
“La problematica – ha detto l’assessore regionale – è emersa a dicembre 2018, quando dalla Prefettura di Udine abbiamo avuto le prime segnalazioni sui mancati trasferimenti di risorse a loro favore dallo Stato per l’ultima parte dell’anno 2017. Il Ministero ha fatto sapere che, per quello specifico periodo, non dispone della necessaria copertura finanziaria con la quale far fronte al sostegno di una parte dei costi affrontati dai Comuni”.
Al momento la Regione sta cercando di capire quale sia il motivo per il quale questo problema investa solo la provincia di Udine, “visto che negli altri territori del Friuli Venezia Giulia e dell’Italia non si è verificata una simile situazione. Quanto successo per l’ultimo trimestre del 2017 si riproporrà anche per lo stesso periodo del 2018. Ma, in questo caso, abbiamo già messo in previsione – ha assicurato Roberti – di contribuire alla spesa con fondi che verranno attinti dal programma immigrazione regionale del 2019”.
“Abbiamo comunque aperto – ha concluso l’assessore regionale – un canale di dialogo con il Ministero per cercare di venire a capo della vicenda e capire quale sia il motivo per cui solo il territorio udinese soffra questo disagio”.
“Quanto accaduto a Cividale del Friuli conferma l’importanza delle azioni avviate dal ministero dell’Interno per porre un freno all’immigrazione clandestina incontrollata. Iniziative che, nel giro di pochi mesi, hanno permesso di ridurre drasticamente le presenze e aumentare i respingimenti, mettendo così in discussione la validità del modello dell’accoglienza diffusa promosso dalla precedente amministrazione che, in nome dell’accoglienza, affidava ingenti risorse pubbliche a privati”, ha ribadito Roberti, precisando che “chi oggi definisce il Civiform una rappresentazione plastica del rischio grandi concentrazioni di migranti, dovrebbe ricordarsi di come quella realtà sia diventata la grande struttura di accoglienza minori proprio sotto la gestione targata Pd”.
“Si tratta – aggiunge Roberti – delle stesse persone che troppo a lungo hanno presentato ai cittadini l’enorme afflusso di migranti in ingresso nella nostra regione come inevitabile, arrivando addirittura a proporlo come un positivo arrivo di nuove risorse. Una situazione decisamente lontana dalla realtà, della quale solo chi ha perso il contatto con la gente e, forse anche con il buon senso, può non rendersi conto”.
Roberti ha quindi ribadito che “il ritrovamento tra gli effetti personali di uno dei giovani coinvolti nei fatti di Cividale di sostanze stupefacenti dimostra la correttezza delle misure adottate dal Governo. Non possiamo essere tolleranti nei confronti di chi viene in Italia per delinquere e non ha rispetto delle regole del nostro Paese”.
L’assessore ha quindi sottolineato che “pur capendo il nervosismo di alcune correnti politiche di fronte ai risultati concreti ottenuti sul fronte della sicurezza sia a livello nazionale sia regionale, trovo inaccettabile la cieca difesa di un sistema che è evidentemente fallace da parte di chi ha governato questa Regione per 5 anni, ponendo le basi per quello che è accaduto in Friuli”.
“Gli atti di violenza compiuti a Cividale – conclude Roberti – non sono tollerabili o giustificabili in alcun modo e confermano semplicemente la necessità di aumentare i controlli esercitati dalle Forze di Polizia sulle strutture nelle quali sono alloggiati i migranti”.
Sono 785 i presunti minori stranieri non accompagnati ospiti in Friuli Venezia Giulia e registrati a fine dicembre in 38 strutture di accoglienza, come il Civiform di Cividale. Il loro numero rispetto a un anno prima è aumentato del 27 per cento. Nella nostra regione sono accolti attualmente il 7% degli oltre 10mila presenti in Italia, che a livello nazionale registra comunque una diminuzione del loro numero visto che a fine 2017 erano più di 18mila. In Friuli Venezia Giulia la maggior parte dei minori arriva da Albania, Pakistan e Afghanistan?
Tra questi ci sono anche loro:
Ora, perché i Comuni devono fare bancarotta per ospitare i figli di pakistani e albanesi? Se per gli afghani si può pensare ad una qualche difficoltà a rimpatriare i minori (molto presunti), perché non si rimandano a casa loro pakistani e albanesi?
Perché c’è chi ci guadagna: il doppio che con gli adulti. E la legge Zampa votata dal PD lo impedisce. La abroghiamo?
Ed è un fenomeno presente in tutta Italia. Con cittadine del sud in bancarotta per il conto, salato, dell’accoglienza dei figli degli altri.
Nessun commento:
Posta un commento