sabato 23 marzo 2024

IL PD E LA SINISTRA CI STA PORTANDO GLI ATTENTATI ISLMAMICI IN ITALIA. VEDRETE QUANDO QUEST'ULTIMI SI COMPORTERANNO COME QUELLI CHE HANNO FATTO LA STRAGE IN RUSSIA. NON ESISTE I MUSSULMANI MODERATI. INTANTO LA UE SE NE SBATTE LE PALLE DELLA STRAGE DEI CRISTIANI IN EUROPA



300MILA ISLAMICI IMPONGONO IL RAMADAN NELLE SCUOLE ITALIANE: DIGIUNO E BIMBE VELATE

MARZO 23, 2024






























In Italia, la presenza di studenti stranieri è significativa. Attualmente, ci sono **872.360 studenti stranieri** in Italia, di cui il **67,5%** sono nati nel paese. I musulmani rappresentano il **29,7%** di questi studenti, mentre solo il 44 per cento è di origine europea.

Recentemente, ci sono stati casi di imposizione del Ramadan nelle scuole di Soresina e Pioltello. Questi eventi hanno sollevato preoccupazioni sulla crescente e sempre più minacciosa presenza islamica in Italia.

A Treviso, nella cosiddetta moschea frequentata da immigrati originari del Bangladesh, l’imam esige che anche le bambine piccole – si sa che dai 9 anni in su sono considerate donne per loro – siano completamente velate. Questa pratica è vista come un tentativo di controllare l’eccitazione maschile, ma solleva interrogativi sulla libertà e i diritti delle bambine.

A Monfalcone, si assiste a un fenomeno allarmante: sempre più bambine musulmane frequentano le scuole con il velo, anche alla scuola dell’infanzia. Questo è visto come un segno di ulteriore radicalizzazione dei costumi islamici. La preside dell’istituto comprensivo “Randaccio”, Francesca Zamar, ha confermato che l’età in cui si inizia a vedere a scuola bimbe velate si è abbassata anche ai 4 anni, alla scuola materna.

Cosa pensano i musulmani residenti in Italia delle donne senza velo? Ecco:

Perché li lasciamo entrare? Perché non li rimandiamo a casa?

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La preside dell’istituto comprensivo “Randaccio” di Monfalcone, Francesca Zamar, ha confermato che l’età in cui si inizia a vedere a scuola bimbe velate si è abbassata anche ai 4 anni, alla scuola materna. Si tratta di una scelta imposta dai genitori, che non rispetta la libertà e la dignità delle bambine, che vengono costrette a coprirsi il capo in nome di una religione oscurantista. Si tratta anche di una violazione delle norme scolastiche, che prevedono l’obbligo di uniformità e di rispetto delle regole comuni.

Questo fenomeno non è isolato, ma si inserisce in un contesto di crescente diffusione dell’islam in Italia, che porta con sé una serie di problemi e di conflitti, che riguardano la sicurezza, la legalità, l’identità, la cultura, la civiltà. L’islam non è una religione come le altre, ma una dottrina politica e sociale, che pretende di imporre la sua legge e i suoi valori a tutti, anche a chi non li condivide. L’islam non è compatibile con la democrazia, con i diritti umani, con la parità di genere, con la libertà di coscienza. Non è compatibile con l’Italia.

Di fronte a questa situazione drammatica, i cittadini non possono restare in silenzio e indifferenti, ma devono reagire con coraggio e determinazione, difendendo il loro diritto di vivere in una società libera, religiosamente laica e culturalmente cristiana.

Non si tratta di essere razzisti ma di essere consapevoli dei rischi e delle sfide che comporta l’immigrazione islamica. Non si tratta di essere chiusi al dialogo, ma di essere fermi nella difesa della nostra identità e della nostra civiltà. Azzerare l’immigrazione regolare islamica.













  

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