giovedì 28 marzo 2024

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PROSEGUE LA CANERFICINA DA PARTE DEGLI ISLAMICI A GUIDA PD E SINISTRA





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ORRORI ISLAMICI SULLE DONNE IN ITALIA: STUPRANO E MUTILANO BAMBINE

MARZO 29, 2024






























“Mi ha spinto a terra, mi ha sputato in faccia. Gridava offese in arabo. Continuo a rivedere quella scena. Adesso mi sento gli occhi di tutti addosso. Questo è un incubo che non finirà mai”. Queste sono le parole di una vittima delle tante vittime della violenza degli immigrati, un grido di dolore che risuona come un monito per tutti noi.

L’attacco è avvenuto senza preavviso. La vittima è stata spinta a terra, sputata in faccia, e insultata in arabo. Questo tipo di violenza brutale e senza senso lascia cicatrici profonde, sia fisiche che emotive. Tutto perché hanno deciso che dobbiamo essere invasi da un esercito ostile.

La vittima continua a rivivere l’attacco, una scena che si ripete nella sua mente come un film d’orrore senza fine. Si sente osservata, giudicata, e teme che gli occhi di tutti siano puntati su di lei. Questo senso di vergogna e paura è una parte comune del trauma post-violento.

Per la vittima, l’attacco non è un evento isolato, ma un incubo che continua a perseguitarla. La paura, l’ansia, e il senso di impotenza possono durare per anni dopo l’evento traumatico, rendendo difficile per la vittima andare avanti.

Nessuno dovrebbe mai dover vivere un incubo senza fine perché lo Stato non fa l’unica cosa che dovrebbe fare: respingere lo straniero.

E non si limitano alle bambine. Vi raccontiamo la storia di un’italiana di 70/80 anni, vittima di un atto di violenza inaudito. La donna è stata aggredita e violentata da un richiedente asilo che viveva nel famigerato centro di accoglienza di Borgo Mezzanone.

L’uomo ha fatto irruzione in casa sua, l’ha aggredita, le ha portato via la borsa, la collana e il cellulare, e ha tentato di violentarla.

Questa storia terribile ci ricorda un fenomeno storico noto come “marocchinate”, un termine che si riferisce agli stupri di massa commessi da soldati negri durante la Seconda Guerra Mondiale in Italia. Questi atti di violenza sono stati un tragico capitolo della storia italiana, e la loro eco risuona ancora oggi e si ripete grazie allo Stato che di quella guerra è figlio.

Del resto, cosa vi aspettate dai nostri ospiti che fanno questo alle loro donne:

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Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono un fenomeno vasto tra i migranti afroislamici che include pratiche tradizionali che vanno dall’incisione all’asportazione, parziale o totale, dei genitali femminili esterni¹. Queste pratiche comportano rischi gravi e irreversibili per la salute delle donne, oltre a pesanti conseguenze psicologiche¹.

In Italia, si stima che tra il 15% e il 24% delle ragazze afroislamiche sia a rischio di MGF². Queste ragazze provengono principalmente da paesi in cui si pratica la mutilazione genitale femminile². L’ultima indagine, realizzata dall’Università Bicocca per il Dipartimento Pari Opportunità nel 2019, rivela la presenza in Italia a gennaio 2018 di 87.600 donne escisse, di cui 7.600 minorenni, e di altre 4.600 a rischio di MGF³.

Le donne straniere tra i 15 e i 49 anni sottoposte a mutilazioni genitali femminili in Italia sono circa 87.600⁴. L’Unfpa, Fondo delle Nazioni unite per la popolazione, stima che 68 milioni di ragazze siano a rischio di mutilazione tra il 2015 e il 2030[^














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