domenica 29 agosto 2021

 PER COLPA DEGLI ACCOGLIONI, ALTRO AFRICANO DI MERDA TENTA DI INCHIAPPETTARSI UNA BAMBINA A MILANO. LO ZIO DELLA BIMBA DIFENDE LA PROPRIA NIPOTINA, E L'AFRICANO DI MERDA GLI TAGLIA IL BRACCIO.



AFRICANO TAGLIA IL BRACCIO A ZIO BAMBINA CHE VOLEVA MOLESTARE: IN ITALIA DA VENT’ANNI TRA FURTI, AGGRESSIONI ED ESPULSIONI IGNORATE

AGOSTO 29, 2021








L’autore del raid di venerdì pomeriggio a Milano è un quarantacinquenne della Costa d’Avorio. Il solito africano.

Ai carabinieri del Radiomobile ha dato un nome falso, ma i controlli in banca dati e l’analisi delle impronte digitali hanno rimandato il suo vero profilo: quello di un delinquente che vive da circa vent’anni in città da irregolare, con una sfilza di precedenti per reati contro il patrimonio, aggressione e atteggiamenti violenti nei confronti delle forze dell’ordine.

La storia inizia poco dopo le 18 di due giorni fa. Una bimba di 9 anni sta giocando nell’area verde sotto casa. A un tratto, si avvicina l’africano, che poi si scoprirà essere un quarantacinquenne originario della Costa d’Avorio pluripregiudicato e con diversi ordini di espulsione mai eseguiti: “Dammi un bacio, dammi un bacio”.

Gli altri frequentatori del parchetto non ci fanno caso, sarebbe razzista. La situazione cambia rapidamente, però: l’ivoriano si fa pressante, nonostante la bambina, spaventata dallo sconosciuto, cerchi di allontanarsi. A un certo punto, la piccola fugge verso casa e racconta tutto alla mamma e allo zio.

I familiari scendono immediatamente, ed è in particolare l’uomo, di 30 anni, ad affrontare l’ivoriano: “Lascia stare la bambina”, taglia corto. Finita? No, perché l’ivoriano reagisce in maniera a dir poco inattesa: fruga in un cestino della spazzatura, tira fuori una bottiglia di birra vuota, ne spacca il collo a terra e inizia ad agitare il coccio contro le persone presenti in quel momento nel parchetto. Alcuni si allontanano terrorizzati, altri gli urlano di metterlo giù.

Il quarantacinquenne è completamente fuori di sé e punta deciso verso lo zio della bimba: lo colpisce al braccio destro, lacerandogli il bicipite e lesionando un’arteria. L’uomo si accascia, in un lago di sangue; una donna gli stringe attorno al braccio una maglietta per frenare in qualche modo l’emorragia. Qualcuno chiama il 112, e nel giro di pochi minuti arrivano i sanitari di Areu: il trentenne viene trasportato al San Paolo, dove finisce subito sotto i ferri (non prima di una trasfusione); ricoverato nel reparto di Ortopedia, se l’è cavata per fortuna, anche se la prognosi dovrebbe superare ampiamente i 30 giorni.






















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