giovedì 31 ottobre 2019

QUEBEC INTRODUCE TEST SUI “VALORI” PER GLI IMMIGRATI CHE CHIEDONO RESIDENZA







QUEBEC INTRODUCE TEST SUI “VALORI” PER GLI IMMIGRATI CHE CHIEDONO RESIDENZA




Il Quebec richiederà agli immigrati in cerca di residenza permanente nella provincia canadese di superare un test sui “valori”. Le nuove regole, pubblicate nella Gazzetta ufficiale, entreranno in vigore a partire da gennaio. Secondo i termini del regolamento, un immigrato inquadrato come lavoratore qualificato che sta cercando di vivere in Quebec, dovrà ottenere “un attestato di conoscenza dei valori democratici e dei valori del Quebec espressi dalla Carta dei diritti umani e libertà”.

Il test è stato implementato dal governo della Coalition d’avenir Quebec (Caq) del premier Francois Legault. Caq, un partito nazionalista di centrodestra, ha promesso durante la campagna elettorale il taglio dell’immigrazione nella provincia di etnia prevalentemente francese. Il Quebec può stabilire i propri livelli di immigrazione, al fine di proteggere la sua distinta identità all’interno del Canada.
Ma questo tipo di test è sciocchezza. Non si fanno entrare, punto. Se non un numero limitato.







Solo sedicenti ‘minoranze’, ormai ultracoccolate, protette, promosse, principalmente per scopi tutt’altro che umanitari, ma politici, ossia l’intento è indebolire, segmentare, e infine distruggere gli stati nazionali che hanno creato democrazia, sviluppo, diritti, scienza, negli ultimi secoli, ma che sono diventati stretti a ricchi speculatori globali che si considerano apolidi, che prendono doppie, triple o quadruple cittadinanze, che pongono la residenza dove gli fa comodo, senza mai abitarci, e domicili multipli, che pongono la sede finanziaria della loro società in un luogo, quella operativa altrove, e la fanno giocare in borsa altrove ancora. Sono veri cittadini del mondo costoro, e vogliono, esigono (!) che tutti siano come loro. O meglio, sotto di loro.
Sono del parere che le minoranze vadano rispettate, ma tenute al rispetto della maggioranza e, nel tempo, assimilate, se possibile. Se questo porta alla scomparsa, o diminuzione, nel corso dei secoli, della minoranza, amen, ce ne faremo una ragione, ciò è avvenuto durante ogni formazione di coscienza collettiva. La Francia divenne Francia quando si fusero Galli, Italici e Germani, Franchi e Burgundi in particolare, l’Italia assimilò ben presto Goti, Longobardi e quant’altri. Se pensano invece, come in Alto Adige, Catalogna, o in Quebec per restare in tema, che il rispetto delle minoranze significhi licenza di indebolire, distruggere, spezzare l’unità, o farsi usare per questi scopi, col fine di ottenere una falsa indipendenza, che in realtà peraltro sarebbe solo di facciata ma sarebbero mani e piedi legati ai soliti noti mondialisti, si sbagliano e la tutela della minoranza diventa priva di senso.








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