martedì 29 ottobre 2019

PROF DI SINISTRA CACCIANO MILITARI: «NIENTE MILITARI A SCUOLA IL 4 NOVEMBRE»









PROF DI SINISTRA CACCIANO MILITARI: «NIENTE MILITARI A SCUOLA IL 4 NOVEMBRE»




Niente miliari a scuola per celebrare il 4 novembre, la Festa delle Forze Armate e dell’Unità nazionale che si ricorda nell’anniversario della Vittoria nella Grande Guerra.
Un gruppo di docenti, in nome del ‘pacifismo’, ha di fatto boicottato in segno di protesta l’incontro che il preside aveva organizzato con due graduati di Marina Militare e Guardia di Finanza, perché «non in linea con i principi dell’istituto».
Accade al Liceo Marco Polo di Venezia. Il dirigente scolastico Gianni Maddaloni aveva organizzato per ieri mattina, in vista del 4 novembre, l’incontro, comunicando che l’appuntamento era obbligatorio per le classi dell’ultimo anno.
Ma i prof radical chic lo hanno impedito: “L’articolo 11 della nostra Costituzione afferma che L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Elena Donazzan si è sfogata: “Questi docenti non meritano di insegnare in una scuola italiana, perché nel loro ruolo di educatori si stanno dimostrando irrispettosi della Costituzione e delle leggi italiane”. L’assessore all’Istruzione del Veneto ha tuonato: “La scuola non è un’organizzazione politica privata, e non può essere utilizzata per dar voce a propagande ideologiche ben lontane dal compito educativo degli insegnanti”.
Dura anche la reazione di Massimo Giorgetti: “Come al solito alcuni docenti politicizzati hanno pensato di boicottare questo incontro nel nome della pace, mancando di rispetto ai nostri militari”. Il vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto ha aggiunto: “Voglio ricordare a tutti, che è grazie alle nostre forze armate se possiamo vivere in libertà ed esprimere le nostre opinioni. Bisogna portare rispetto per chi indossa una divisa ed è disposto a morire per la propria Patria e lavora notte e giorno, in Italia e all’estero, per la difesa della nostra sicurezza nazionale”. Giorgetti infine ha attaccato anche il ministro Lorenzo Fioramonti: “In questi casi, solitamente bisognerebbe affidarsi al ministro dell’Istruzione affinché verifichi quanto successo, ma poiché Fioramonti è il primo che permette e legittima tutto questo, non perdo neanche tempo a scrivergli”.




Se c’è una cosa da cui deve ripartire la rifondazione dell’Italia, è la scuola. La scuola italiana uscita dal Sessantotto, va riformata da cima a fondo, perché a causa del Sessantotto la scuola italiana – che con la Riforma Gentile si era imposta come un’eccellenza mondiale – è diventata la peggiore, la più antimeritocratica e la più ideologica d’Europa. Invece di formare culturalmente e professionalmente gli studenti, li indottrina al liberalprogressismo, e di fatti ha rovinato le menti di tutte le generazioni di giovani nati negli ultimi 50 anni.
Comunque, altro che no alle Forze Armate, il 4 novembre dovrebbe essere la vera festa nazionale italiana al posto del 25 aprile.


Certo la scuola, una volta epurata con professori anti italiani. E vorrei fare una precisazione qui, per non passare da illiberale o censore. Il fatto che io ritengo alquanto semplice è che, sì le opinioni personali non solo sono sacre, anche se deliranti o demenziali, ma un conto è avere proprie opinioni, esprimerle liberamente al pubblico, e, se si hanno denari, tipo Soros et similia, fondare scuole, università private, associazioni per propagandarle (sebbene qui dei limiti è necessario porli quando l’attività finisce per diventare sovversiva), ma lo Stato non può in nessun caso, pagare qualcuno per parlare contro di sé, o peggio ancora, contro la nazione che rappresenta. E’ un non senso. E invece in moltissime scuole, ma anche enti locali amministrati dalle sinistre, i soldi vanno a pioggia proprio a sedicenti ‘esperti’ e soloni che parlano contro l’Italia e gli italiani, che già ci vedono colorati, frutto di mille mescolamenti da parte di ogni popolo planetario, dicono, è questa una boutade talmente ripetuta che ha fatto breccia nell’opinione pubblica. Questa cosa deve finire. A scuola si deve insegnare come essere buoni cittadini italiani, ad amare la propria nazione, se necessario a sacrificarsi per essa, senza fanatismi, il  patriottismo non è fanatismo anche se ve lo vogliono vendere come tale. E il loro fanatismo per i popoli di colore che cos’è? Che si guardino in faccia, e rispondano sinceramente a loro stessi quando capita un fatto di cronaca ad un africano e ad un italiano (o europeo bianco), se si sentono sempre o meno dalla parte di chi ritengono perennemente ‘oppresso’, anche se sempre più spesso è fin troppo riverito e finisce per diventare oppressore. Ma la scuola non basta anche così fosse, e non è. Serve l’esercito, la coscrizione obbligatoria, un anno di leva ha fatto molto bene alle generazioni passate. Mi rendo conto che chiederla oggi ai giovani significa inimicarseli, come puoi chiedere a chi è cresciuto tra ninnoli di ogni genere, di andare via da casina. I genitori stessi iperprotettivi come mai in nessuna epoca, sarebbero i primi ad opporsi come ad un sacro diritto violato. Eppure lo stato non offre solo diritti, ma deve imporre anche doveri, che non si limitano a pagare le tasse. La partecipazione alle armi è uno di questi. Che peraltro va a tutto vantaggio del cittadino stesso. Un cittadino che deleghi l’uso delle armi, patriottismo non è fanatismo anche se ve lo vogliono vendere come tale. E il loro fanatismo per i popoli di colore che cos’è? Che si guardino in faccia, e rispondano sinceramente a loro stessi quando capita un fatto di cronaca ad un africano e ad un italiano (o europeo bianco), se si sentono sempre o meno dalla parte di chi ritengono perennemente ‘oppresso’, anche se sempre più spesso è fin troppo riverito e finisce per diventare oppressore. Ma la scuola non basta anche così fosse, e non è. Serve l’esercito, la coscrizione obbligatoria, un anno di leva ha fatto molto bene alle generazioni passate. Mi rendo conto che chiederla oggi ai giovani significa inimicarseli, come puoi chiedere a chi è cresciuto tra ninnoli di ogni genere, di andare via da casina. I genitori stessi iperprotettivi come mai in nessuna epoca, sarebbero i primi ad opporsi come ad un sacro diritto violato. Eppure lo stato non offre solo diritti, ma deve imporre anche doveri, che non si limitano a pagare le tasse. La partecipazione alle armi è uno di questi. Che peraltro va a tutto vantaggio del cittadino stesso. Un cittadino che deleghi l’uso delle armi,







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