BERGOGLIO, CHI FA I MURI NE RESTA PRIGIONIERO
Bergoglio si rende sempre più ridicolo:
“Sentiamo dolore quando vediamo le persone che preferiscono costruire dei muri. Perché abbiamo dolore? Perché coloro che costruiscono i muri finiranno prigionieri dei muri che hanno costruito. Invece quelli che costruiscono ponti, andranno tanto avanti”. Sì, verso il baratro.
“Costruire ponti per me è una cosa che va quasi oltre l’umano, ci vuole uno sforzo molto grande. Mi ha sempre toccato tanto una frase del romanzo di Ivo Andric, ‘Il ponte sulla Drina’: dice che il ponte è fatto da Dio con le ali degli angeli perché gli uomini comunichino”.
Sembra che prenda le frasi in bigliettini trovati negli involtini primavera. E’ imbarazzante.
Quindi anche il Dio che dice di rappresentare, è rimasto prigioniero dei muri:
- Paradiso, dal sanscrito paradesha: luogo recintato e protetto
Il luogo più importante di tutto il pensiero indoeuropeo prima e cristiano poi, è quindi concepito come ‘recintato e protetto’.
CI SONO DUE MODI DI ERIGERE I MURI: ALLA FRONTIERA, PROTEGGENDO I PIU’ DEBOLI, O NELLE CITTA’, PROTEGGENDO SOLO I PIU’ RICCHI E ABBANDONANDO TUTTI GLI ALTRI AL LORO DESTINO
Le società multietniche, che esaltano le distanza economiche e sociali – pochi ricchissimi e una massa sconfinata di poveri – applicano il secondo modus operandi.
Questo sta accadendo anche da noi con l’immigrazione: in pochi si salvano, arricchendosi anzi sempre di più, gli altri finiscono inglobati nella povertà e nel degrado che stiamo importando. Finiscono per essere i nuovi ‘mulatti delle periferie’. Quel degrado che potremmo tenere fuori dall’Italia, semplicemente con un ‘muro’ al confine.
- Paradiso, dal sanscrito paradesha: luogo recintato e protetto
Il luogo più importante di tutto il pensiero indoeuropeo prima e cristiano poi, è quindi concepito come ‘recintato e protetto’.
L’idea che una cosa che conta vada protetta rendendola “esclusiva”, è il sancta sanctorum del pensiero indoeuropeo. L’architrave di tutta la nostra civiltà, Cristianesimo compreso, prima che venisse ‘dirottato’ e distorto da un manipolo di falsi profeti.
Oggi, questo pensiero viene tacciato come “razzismo”.
E’ tipico delle civiltà decadenti, ridurre l’amore a egoismo, e degradare le cose importanti a cose non degne di essere protette. Poi cadono, le civiltà: perché smettono di proteggersi. Smettono di credere che ci sia qualcosa degno di essere protetto.
In questo mondo rovesciato, chi pensa si debba proteggere il nostro benessere – che in una realtà con risorse limitate dipende fortemente dal numero di chi ne usufruisce – dalle minacce esterne, è cattivo e insensibile. Però, poi, gli stessi che accusano i patrioti, applicano queste tesi al loro business e alla loro vita privata: niente muri alle frontiere, ma alti muri per proteggere i privilegi dei pochi in quartieri e villoni esclusivi.
Perché tutti sanno che l’esclusività rende le cose e i luoghi – in parte anche le persone – più preziosi.
Eppure, questo non deve valere nel campo dell’immigrazione: in quel caso, più individui – in gran parte qualitativamente scarsi – vengono, e meglio è, secondo la propaganda. Propaganda che, inutile dirlo, è controllata dagli stessi che fanno affari con l’esclusività in altri campi. E il motivo è semplice: non è un problema loro. Essi hanno la certezza di “sfuggire” all’integrazione mandando i loro figli a scuole private, usando l’autista e non i mezzi pubblici, curandosi in cliniche private e non ospedali, vivendo in ville circondate da muri e non in quartieri multietnici.
Loro, l’esclusività del benessere perduta dai propri connazionali, la conserveranno lo stesso. Anzi, per certi versi il loro benessere si accrescerà. E lo farà grazie a una moltitudine di manodopera low-cost, che potranno sfruttare nelle loro fabbriche e nelle loro tenute. Recintate e protette.
Quindi, quando vedete i banchieri che finanziano Renzi, o i ricchi Vescovi, decantare le bellezze dell’immigrazione, sapete a cosa si riferiscono. E quando li sentite sgridare il vostro egoismo di “ricchi italiani” egoisti, perché non volete con-dividere il vostro benessere con mezzo mondo, saprete che fare il vostro interesse è un vostro legittimo diritto. E che quella che i media vi spacciano come “giustizia”, altro non è che l’interesse dei ricchi.
E’ sempre così nella Storia: i potenti, riescono a vendere al popolo, attraverso l’uso dei media di ogni epoca, ciò che è il loro interesse come “ciò che è giusto”.
Invece ciò che non è giusto, è che l’esclusività sia limitata ad un numero ristretto di ricchi, mentre il resto della popolazione viene abbandonato all’esperimento multietnico dell’integrazione. Perché statene certi, chi soffrirà della concorrenza degli immigrati, non saranno i figli dei ricchi, saranno i più poveri tra noi. Saranno i malati, saranno gli anziani, saranno le famiglie povere, saranno i pendolari, saranno gli invalidi. Perché le risorse rimarranno le stesse – bene che vada – mentre chi ne usufruirà aumenterà.
L’immigrazione è questo. E’ il ricco che abbandona il connazionale povero o ex-benestante nel mare magno dell’integrazione.
E’ già avvenuto in Sud Africa, dove i ricchi dell’apartheid sono rimasti ricchi, sono ancora più ricchi, e la classe media è dovuta fuggire. I poveri non sono neanche potuti fuggire, sono stati fagocitati dalla marea nera. Se volete questo, non ribellatevi.
In tutte le culture, i luoghi speciali – che siano fisici o metafisici – sono per pochi. E più preziosi sono, più sono esclusivi. Lo stesso termine “paradiso”, deriva dal termine avestico pairidaeza che significa “luogo recintato” e che viene dal sanscrito “paese supremo”: perché ogni cosa che conta, deve essere protetta. Un muro deve difenderla: perché altri la vorranno per sé. E verranno sempre voci, dall’interno, per smantellare i muri: farlo è da suicidi. Chi lo chiede, è un nemico interno.
Tanto l’alternativa è tra mettere i muri alle frontiere, o intorno alle nostre case. La prima opzione salva tutti, la seconda solo i ricchi.
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