SEA WATCH, VESCOVO: “CAROLA COME GARIBALDI, INTITOLIAMOLE PORTO DI LAMPEDUSA”
E’ la delirante ‘proposta’ lanciata dal vescovo di Ferrara-Comacchio Gian Carlo Perego, già direttore di Migrantes, il braccio armato dei vescovi nel business dell’immigrazione.
Dopo l’arresto di Carola, che ha sfondato il blocco ed è entrata in porto a Lampedusa speronando una motovedetta delle Fiamme Gialle, il “vescovo dei migranti” ha dichiarato che “disobbedire alla legge per salvare persone è un principio da una parte cristiano, e fondamentale sul piano umano. Ed è quello che ha fatto questa donna comandante”.
Più diventano irrilevanti, più si estremizzano e le sparano grosse. E’ un fenomeno noto. E questo vescovo, quanto ad irrilevanza, non lo batte nessuno:
Perego ha paragonato la terrorista umanitaria tedesca a Garibaldi, braccato come brigante e assassino, che approdò assieme ai suoi nel porto di Comacchio, che vennero accolti, curati e protetti, con i comacchiesi accusati di essere complici di un traditore. Ma, dice Perego, i comacchiesi “hanno scelto la vita delle persone e oggi quel porto è intitolato a Garibaldi”. “Domani il porto di Lampedusa – propone – può essere intitolato alla capitana. Garibaldi assassino e brigante contro lo Stato, oggi è un eroe. Lasceremo alla storia giudicare chi è il vero eroe: se chi chiude un porto e caccia o chi salva la vita delle persone”.
Beh, la storia la scrivono sempre i vincitori.
Poi la conclusione: “Secondo me la capitana ha fatto un atto importante per tutelare la vita delle persone. Il bene superiore della tutela della vita a mio avviso ha portato alla disobbedienza. Poi, certo c’è stato lo speronamento con la Gdf ma sono cose secondarie rispetto all’ elemento fondamentale di vite salvate”.
Sono ‘cose secondarie’.
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