NON SORRIDERE AL ‘NUOVO ITALIANO’, O LUI TI SGOZZA
“Volevo ammazzare un ragazzo come me togliergli tutte le promesse, i figli, toglierlo ad amici e parenti”. .
E’ il manifesto delle seconde generazioni di immigrati. Loro ci odiano. Perché sentono di essere estranei.
Le seconde generazioni sono il vero pericolo. I loro genitori, in gran parte, almeno fino agli ultimi anni, venivano per lavorare, e ringraziavano per il lavoro. Questi sono cresciuti con promesse che non possono essere mantenute: e diventano violenti. E se vedono un italiano felice, lo vogliono morto.
Si replica, in Italia, quanto avvenuto nelle banlieus francesi: è lo sradicamento e l’essere totalmente avulsi dalla società autoctona a renderli violenti. Non sono italiani, e non possono essere africani. Dare loro la cittadinanza, come vedete, non serve a nulla.
Solo a rendere impossibile la loro espulsione.
E non si dà pace Maurizio, il padre del 34enne Stefano Leo, ucciso lo scorso 23 febbraio in riva al Po, a Torino, da Said Machaouat, che ha confessato di averlo fatto perché non sopportava di vederlo felice. «È come se lo avessero ucciso un’altra volta – dice l’uomo senza riuscire a nascondere l’emozione – non riesco a farmene una ragione».
«Il pensiero che Stefano sia morto per uno sguardo, forse per un sorriso che aveva regalato al suo assassino, è inaccettabile», dice Maurizio Leo che oltre al dolore per la perdita del figlio, ha dovuto anche sopportare l’omicida reo confesso che al momento dell’arresto ha fatto il gesto delle corna:
Li abbiamo fatti entrare e abbiamo dato loro la nostra cittadinanza. Qualcuno dice che dovremmo farlo più spesso, con lo ius soli totale, perché solo in questo modo si integreranno: no, in questo modo sgozzeranno e i media potranno definirli ‘italiani’. Sarà l’unica cosa a cambiare.
Nessun commento:
Posta un commento