mercoledì 3 aprile 2019

IL PIANO BONINO: TRAVASARE L’AFRICA IN ITALIA – VIDEO






L’Italia è in crisi demografica, ma cosa significa fare più figli in un mondo dove siamo già molti miliardi?
Per Emma Bonino, intervistata a margine del convegno “Le Contemporanee”, la soluzione ai problemi di sostenibilità del nostro welfare dovrebbe venire piuttosto da un ‘travaso‘ di persone; la leader di Più Europa ricorda che solo la Nigeria nel 2050 avrà più abitanti di tutta l’Eurozona:
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“Noi avremmo di giovani, quindi o facciamo una politica seria di integrazione degli immigrati, oppure non saremo in grado di mantenere l’equilibrio del nostro welfare. Ma è chiaro che anche spingere sulla natalità, stiamo parlando di generazioni; non è che se mi dai uno sconto sul pannolino io faccio più figli, ti ringrazio molto ma non è questa la soluzione, tant’é che i paesi di forte natalità in Europa che sono la Francia, il Belgio e l’Olanda hanno da decenni una politica di natalità completamente diversa. Devo anche dire però che se parliamo di sostenibilità dell’ecosistema, ragazzi, qui fra un po’ siamo a dieci miliardi con una esplosione demografica a trecento chilometri. E’ chiaro che o riusciamo a capire come organizzare questo travaso, oppure se ci illudiamo che basta fare un muro e quelli rimangono là, beh non è così. Nel 2050 la Nigeria avrà più abitanti di tutta l’Eurozona. Le persone non sono alberi, sono pesci, e si muovono. Noi in Italia fra la prima e la seconda guerra mondiale ci siamo mossi in venti milioni”.
Noi di giovani ne avremmo sei milioni in più, se non fosse stato anche per te:
Noi siamo dei sopravvissuti alla grande mattanza: l’aborto non è una conquista sociale, è una regressione al cannibalismo Si è aperto a Verona il Congress of families, una tre giorni dedicata alla famiglia e ai diritti delle donne e dei bambini. Il presidente Brandi parla di 1000-1100 partecipanti e di molti altri rifiutati “a malincuore”.

Niente ci toglie dalla testa che lei e quelli come lei abbiano lavorato per arrivare dove siamo oggi, abbiano lavorato per fare spazio.
Comunque, l’idea che ci sia bisogno di ‘giovani’ è economicamente demenziale. Un dato su tutti: se oggi avessimo la metà dei giovani, avremmo il 100% dell’occupazione giovanile. Ergo: se tra diversi anni ne avremo meno, non sarà un problema, ma questo i pro-immigrazione non lo dicono. Per loro, la disoccupazione giovanile in Italia non esiste.
Si potrebbe poi pensare, se proprio si ritiene imprescindibile una più alta natalità (poi spiegheremo un altro motivo perché non lo è), a sostenerla con politiche a favore delle famiglie per supportare chi vuole far figli. Ma le Nazioni Unite, invece, programmano il nostro genocidio etnico: “sostituire” ai lavoratori italiani, francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli quelli provenienti dal Terzo Mondo.
Per questo in ogni ambito lodano l’immigrazione. Dallo sport allo spettacolo.
Come se, tra l’altro, sostituire lavoratori europei con QI medio di 105 con africani che in media non arrivano a 75, fosse possibile senza degradare tutto il tessuto economico: una sorta di futuro alla Idiocracy.
Ma un ‘calo demografico’ non sarebbe male. L’Italia è un territorio densamente popolato. Più spazio: case più grandi, più verde, meno traffico, meno inquinamento.
Perché, ceteris paribus, nel 2050, secondo il dossier, senza immigrazione saremo in 41.197.000: ovvero 194mila in più di quanti eravamo 65 anni fa. Con la differenza che oggi lavorano anche le donne e la tecnologia sarà pervasiva in ogni ambito lavorativo.
Le Nazioni Unite – organo criminale globalista – vogliono «rimpiazzare» (come scritto senza nasconderlo nel titolo del dossier) l’Europa e l’Occidente con una massiccia iniezione di immigrati da Asia e Africa. Un crogiolo indistinto e informe di razze, culture, religioni che si trasformerebbe in un campo di battaglia per la sopravvivenza: come in parte è già oggi.
Il tutto, condito con la scusa che ‘sono risorse’ e ‘servono al mercato del lavoro’, a ‘pagare le pensioni’.
Puttanate. Tra pochi anni, e qui veniamo al secondo motivo per il quale anche con un calo demografico il mercato del lavoro non necessiterà di alcun immigrato, vivremo – stiamo già vivendo – una ‘rivoluzione robotica’.
Auto e camion che si guidano da soli faranno sparire intere categorie di lavoratori. I robots inonderanno il mercato del lavoro, tanto che, a stento, ci sarà possibilità di occupare una popolazione in calo demografico.
La crescita demografica in sé non è sinonimo di ricchezza, altrimenti l’Africa non sarebbe l’Africa. Dipende, tutto, dalla ‘qualità’ della popolazione.
E questo solo ragionando in termini ‘utilitaristici’. Perché, anche ‘convenisse’, un futuro senza identità, senza sapere chi sei non vale la pena di essere vissuto. Un pugno di dollari in più, non vale vivere in una società dove non ti riconosci nel volto dell’altro.

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