RIACE, CASSAZIONE CONFERMA ACCUSE A LUCANO: “GRAVI INDIZI SU IMMIGRAZIONE CLANDESTINA”
Ribaditi i “gravi indizi per il favoreggiamento dell’immigrazione clandestini”, ritenute poco chiare, invece, le argomentazioni dell’accusa riguardo il business della spazzatura e i matrimoni fittizi.
Stanno circolando diverse bufale sulla decisione della Cassazione riguardo Lucano. Che ricordiamolo: non era il processo.
In realtà la Cassazione ha solo pubblicato le motivazioni della propria decisione presa a fine febbraio in cui chiede al Riesame un’altra decisione sul divieto di dimora: e non lo ha ‘assolto’ riguardo i reati sulla questione immigrazione, ma semmai su quelli per la raccolta dell’immondizia.
Secondo la Cassazione, infatti, «non emergono con la necessaria chiarezza e coerenza argomentativa» indizi contro l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano in relazione all’accusa di aver «turbato» le procedure di gara per l’assegnazione, nel suo Comune, del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani, che veniva effettuato con la «modalità dell’asinello porta a porta».
Lo scrive la sesta sezione penale della Cassazione, spiegando perché, alla fine dello scorso febbraio, decise di accogliere parzialmente il ricorso della difesa di Lucano e di disporre un nuovo Riesame, limitatamente al reato di «turbata libertà del procedimento di scelta del contraente», sulla misura cautelare del divieto di dimora a Riace alla quale il sindaco (ora sospeso) è sottoposto dall’ottobre 2018.
I giudici di piazza Cavour, invece, ribadiscono nella sentenza depositata oggi, la «correttezza» delle argomentazioni del Riesame di Reggio Calabria relative all’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina contestato al sindaco di Riace, per cui viene sottolineata «la gravità del panorama indiziario».
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