lunedì 1 aprile 2019

L’ULTIMO DELIRIO DI BERGOGLIO: “METTIAMO PONTI AI PORTI”

APRILE 1, 2019



Con Bergoglio siamo oltre il fanatismo, siamo nello psichiatrico. La sua ossessione con l’immigrazione sfocia nel masochismo.

Sul volo di ritorno dal Marocco: “Non entra nella mia testa veder affogare la gente nel Mediterraneo”. Basta non farli partire, genio.
Poi un attacco contro i populisti (la democrazia): “Sono l’inizio delle dittature”. L’unico dittatore sei tu, sovrano assoluto di uno Stato teocratico: il Vaticano.
Bergoglio si rende sempre più ridicolo: “Sentiamo dolore quando vediamo le persone che preferiscono costruire dei muri. Perché abbiamo dolore? Perché coloro che costruiscono i muri finiranno prigionieri dei muri che hanno costruito. Invece quelli che costruiscono ponti, andranno tanto avanti”.

Dice che “coloro che costruiscono i muri finiranno prigionieri dei muri che hanno costruito”, e vive circondato da muri.

Poi la richiesta stile bacio perugina: “Mettiamo ponti a porti”. Quindi parla dei populismi: “La paura è la predica usuale dei populismi, è l’inizio delle dittature”.
Mentre a una domanda sul Congresso della Famiglia di Verona spiega che di “politica italiana” non capisce. E ancora: “Non so cosa sia davvero. Ho letto la lettera del cardinale Pietro Parolin e sono d’accordo, è una lettera pastorale, di buona educazione”.
Rompe la palle con i porti, ma non parla di famiglia. Non è il Papa: è un tumore nel corpo della Chiesa.
Così sul volo di ritorno da Rabat, capitale del Marocco, secondo viaggio apostolico in un Paese dove i cristiani non possono predicare, e ai quali egli stesso ha chiesto di tradire il Vangelo: “Non fate proselitismo”.
E’ forse tempo di una seconda breccia di Porta Pia.



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