giovedì 31 gennaio 2019

IL PD VUOLE ROVESCIARE LA SOVRANITÀ POPOLARE ATTRAVERSO LE TOGHE ROSSE





Un partito che non conta nemmeno il 17 per cento dei voti
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Dopo i sindaci “disobbedienti” pure le Regioni “rosse” si scagliano contro il decreto Sicurezza, firmato da Matteo Salvini che riforma la normativa su immigrazione e rimpatri.
La Regione Piemonte è arrivata pure a fare ricorso alla Corte Costituzionale perché valuti la legge, che “è pericolosa” e “rischia di far diventare, solo in Piemonte, 5mila persone irregolari”. Non manca l’associazione alla deportazione degli ebrei, dal momento che “proprio intorno al Giorno della Memoria” al Cara di Castelnuovo di Porto “numerosi migranti di colore, donne e bambini inclusi, già integrati nel territorio, sono stati caricati su autobus e deportati in località loro ignote”. Per questo – come anticipa l’Adnkronos – la regione guidata da Sergio Chiamparino chiede di cancellare le nuove norme “dal nostro diritto positivo perché mostrano le caratteristiche devastanti di un virus letale per il nostro ordine democratico”.
“Siamo la prima Regione ad aver inviato il ricorso ma presto seguiranno Umbria, Emilia Romagna, e altre”, annuncia l’assessore all’Immigrazione Monica Ceruti, “Questo atto oltre a essere discriminatorio avrà conseguenze sulla vita di tutti i cittadini. Ad esempio, gli irregolari e i richiedenti asilo non potendo accedere al sistema sanitario, nemmeno per la prevenzione, andranno nei pronto soccorso, con evidente disagi per tutti”.
La Regione ha affidato il ricorso – 96 pagine inviate alla Consulta – a Ugo Mattei, docente di diritto internazionale e avvocato, che ha spulciato articolo per articolo il decreto Sicurezza trovando, sostiene, “otto profili di incostituzionalità”. Come la “mancanza del requisito della necessità ed urgenza indispensabile per poter decretare”. Inoltre la legge “incide in modo rilevante sulle prerogative costituzionali delle Regioni e degli Enti locali”.
La palla ora passa alla Corte Costituzionale che dovrebbe fissare una prima udienza entro un mese.
La cosiddetta sinistra vuole rovesciare la volontà popolare attraverso l’intervento delle magistratura. Siano giudici rossi nei tribunali che indagano Salvini, siano quelli della Consulta, 15 parrucconi che, nel più classico processo antidemocratico, decidono al posto del popolo, se una legge votata da un Parlamento sovrano in nome dell’80 per cento dei cittadini, è o meno costituzionale.
Non credano che una decisione negativa non avrebbe conseguenze. E’ tempo di una rivoluzione costituzionale: la Consulta va spogliata di questo osceno privilegio che rende 15 nominati più importanti di 60 milioni di italiani.




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