domenica 27 gennaio 2019

SEAWATCH INCASTRATA: HA RIFIUTATO APPRODO IN TUNISIA, VIRATA È ATTACCO ALL’ITALIA





Lo avevamo già scritto ieri, stamani è arrivata anche la conferma definitiva da parte dei Paesi Bassi, che sono lo Stato di bandiera della SeaWatch: hanno rifiutato l’approdo in un porto sicuro, Tunisi. Perché l’obiettivo politico è sempre stato ‘imporre la riapertura dei porti italiani’.
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Il comandante di Sea Watch 3 verso l’arresto per favoreggiamento all’immigrazione clandestina e per aver messo a rischio la vita di 47 immigrati. Questo emergerebbe dalle carte in possesso di Salvini.
E’ stato infatti confermato dalla Guardia costiera olandese, che nel momento in cui le condizioni meteo peggiorarono, fu il comandante a decidere di virare verso l’Italia, che si trovava a 100 miglia nautiche da quel punto, anziché andare verso le coste tunisine, distanti 74 miglia, come indicato dalle autorità olandesi, come da bandiera della nave:
Sul caso della Sea Watch interviene anche il Ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, che contesta la rotta della nave: “Il 19 gennaio, come spesso accade – riferisce Toninelli – la SeaWatch3 si è mossa in totale autonomia in mare Sar libico, senza attendere la Guardia Costiera di Tripoli. Avrebbe poi potuto puntare da subito verso
Una motivazione politica, come ha ricordato questa mattina Salvini:

Salvini: migranti usati a fine politico “Abbiamo elementi concreti per afferma- re che,mettendo a rischio la vita delle persone a bordo,il comandante e l’equi- paggio della ong Sea Watch 3 abbiano disobbedito a precise indicazioni che giorni fa li invitavano a sbarcare nel porto più vicino (non in Italia!),prove che verranno messe a disposizione dell’


Afferma la Guardia Costiera olandese: «A nome del governo di questo Paese possiamo confermare che abbiamo chiesto alle autorità tunisine il loro permesso affinché Sea Watch 3 potesse cercare rifugio per condizioni meteorologiche avverse nelle vicinanze della loro linea costiera. L’equipaggio di Sea Watch è stato informato di questa azione».
Quindi, la decisione della Sea Watch è stata puramente politica.
Non ha contattato il centro di comando della Guardia costiera di Tripoli, non ha fatto rotta verso la vicina Tunisia: invece, ha virato verso l’Italia.
Il Giornale afferma di avere provato a contattare l’ufficio stampa della Ong tedesca: «Perché non avete diretto la nave verso la Tunisia?», ma nessuno ha risposto.
E’ quindi chiaro: l’Ong Sea Watch aveva il compito di forzare il blocco dei porti italiani e imporre la ripresa del traffico.
La virata verso l’Italia è stata una dichiarazione di guerra che il governo non può tollerare.


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