giovedì 31 gennaio 2019

LUTTWAK: “CHI ARRIVA SU UN BARCONE NON DEVE SBARCARE”


“C’è una legge: la Sea Watch ha l’obbligo di salvare chiunque si trovi in acqua ma non è italiana e quindi non ha diritto di entrare in un porto italiano senza autorizzazione dell’Italia”. Il politologo statunitense sposa la linea dei porti chiusi.
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“La Sea Watch batte bandiera olandese, doveva sbarcare in Olanda perché è semplicemente un pezzo di Olanda che naviga in Mare. E poi i Paesi Bassi non sono lontani, non è come andare in Alaska o in Giappone”, le sue parole a Radio 24, ospite de La Zanzara.



“Non è questione di essere carini, simpatici, compassionevoli, cristiani, dolci, ma di applicare la legge. Altrimenti si vive in balia di chi fa la voce grossa…”. Ecco perché, secondo il professore, l’Italia dovrebbe fare come fa l’Australia: “Lì chi arriva in barca non può arrivare, non può sbarcare. Non si può arrivare con la barca, non puoi mai essere ammesso. Vieni subito deportato”.
“Quella delle Ong è gente che non vuole andare a lavorare; qualche volta salvano altre volta no, altre volte vanno a spasso a mangiare il pesce in qualche trattoria”.
E sul fondatore di Emergency affonda il colpo: “In Italia ci sono persone che sono in estrema povertà e disagio, e estremo pericolo, ma non è mai andato da loro è andato in Afghanistan. Se tu vai a Palmi o a Canicattì o a Voghera, la stampa non ti segue, devi andare in Afghanistan, in Calabria non è chic”.




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