BREAKING NEWS, INVASIONE, MILANO
FIGLI IMMIGRATI SVENTRANO CANI A MILANO: “VI STIAMO INVADENDO” – VIDEO
DICEMBRE 18, 2022
A proposito di decreti flussi, ricongiungimenti familiari e integrazione.
ACCADE QUESTO QUANDO IMPORTI FIGLI DI BADANTI CON I RICONGIUNGIMENTI FAMILIARI TANTO AMATI DA VATICANO E FRATTAGLIE VARIE PER “TENERE INSIEME LE FAMIGLIE”. ECCO, QUESTE SONO LE ‘FAMIGLIE’:
La guerra delle gang insanguina ormai da anni le strade di Milano. Accoltellamenti, pestaggi e rivali gambizzati.
DOVE SONO E COME SONO ORGANIZZATE LE GANG DI LATINOS
Le gang più agguerrite
‘Ms13′ o ‘Mara Salvatrucha’, si è diffusa a Milano, in altre province lombarde e nella provincia di Novara. Hanno un ‘codice’ composto da un decalogo di regole, la cui infrazione può anche prevedere la pena di morte. Attivi nelle rapine da strada, nei furti e nello spaccio, gli Ms13 sono anche dotati di un violentissimo codice di iniziazione, che prevede per le donne l’obbligo di sottoporsi a uno stupro. I membri della gang si identificano attraverso un tatuaggio rituale e sono soliti contrassegnare i luoghi dove si riuniscono scrivendo sui muri la sigla della banda con la vernice spray.
I ‘Trinitarios’ sono invece una gang originaria di Santo Domingo che si ispira idealmente ai tre patrioti che resero indipendente la Repubblica Dominicana da Haiti, nel 1844. Ma a parte i richiami a presunti ‘padri nobili’, la gang è conosciuta per la sua ferocia e gestisce reati da strada come furti, rapine e spaccio di droga. Sono dotati di una struttura fortemente gerarchizzata: il codiceè’ nato nelle carceri statunitensi e si è poi diffuso anche in Europa, e si fonda su tre regole basilari, una “preghiera”, 7 “punti” e 21 “norme”. Per entrare a far parte della gang ci si sottopone a un violento pestaggio, e una volta dentro, il proprio ruolo nella gerarchia si riconosce attraverso collane di colore diverso. I Trinitarios, a differenza di altre gang simili, non ostentano tatuaggi, limitandosi a mostrare qualche volta il simbolo di una mano con tre dita aperte, che rappresenta tanto i tre presunti “patrioti fondatori” quanto la mimica della pistola.
CANI SVENTRATI PER RECUPERARE OVULI DI COCA
In tempi recenti, i ‘latinos’ sono balzati alla cronaca per un metodo di importazione della droga particolarmente crudele: nel 2013 gli inquirenti milanesi scoprirono che la cocaina arrivava nascosta nell’intestino di cani di grossa taglia, che una volta a destinazione venivano uccisi.
UNA SCIA DI SANGUE LUNGA QUATTRO ANNI
Luglio 2013: scoppiano le ‘guerre’ per il predominio in città: durante una rissa vengono arrestate 11 persone al ‘Parco Nord’ di Milano.
Settembre 2013: un altro duro colpo alla ‘Ms13′: 25 persone arrestate per rapine, lesioni, porto e detenzione d’armi.
Febbraio 2014: un giovane viene accoltellato e riprende la ‘guerra’
Luglio 2014: arrestati 13 ‘Trinitarios’. Aggressione a colpi di machete a due ferrovieri su un treno regionale.
Settembre 2014: nuovo blitz della polizia che porta all’arresto di 15 aderenti a ‘Barrio 18′ e “Ms13″
La stessa gang che terrorizza gli Stati Uniti.
E’ tempo di abrogare i ricongiungimenti familiari, Salvini: se Conchita e Mohammed vengono qui per lavorare – in quei pochi casi – non è necessario che si portino poi dietro tutto il clan. Ci vuole un’immigrazione limitata, selezionata e di lavoratori: non di famiglie allargate o presunte tali per ripopolare l’Italia. Di delinquenti e disoccupati: come le banlieus parigine da generazioni.
Ovviamente, sui giornali non vi diranno che sono figli di immigrati. Vi diranno che sono ‘milanesi’.
Sono i figli delle badanti, arrivati in Italia con i famigerati ricongiungimenti familiari tanto cari al Vaticano – e sappiamo tutti il perché – e al PD, e anche in questo caso, tutti sappiamo il perché:
Ecco i figli degli immigrati che con lo ius soli diventerebbero ‘italiani’ dalla sera alla mattina, e farebbero diventare ‘italiani’ anche i genitori:
Ah, e sia chiaro: con l’attuale legge, diventerebbero ‘italiani’ lo stesso, solo dovranno passare anni. Per questo dobbiamo tornare allo ius sanguinis, rastrellare le città e bonificarle e bloccare i ricongiungimenti familiari.
ACCADE QUESTO QUANDO IMPORTI FIGLI DI BADANTI CON I RICONGIUNGIMENTI FAMILIARI TANTO AMATI DA VATICANO E FRATTAGLIE VARIE PER “TENERE INSIEME LE FAMIGLIE”. ECCO, QUESTE SONO LE ‘FAMIGLIE’:
La guerra delle gang insanguina ormai da anni le strade di Milano. Accoltellamenti, pestaggi e rivali gambizzati.
DOVE SONO E COME SONO ORGANIZZATE LE GANG DI LATINOS
Le gang più agguerrite
‘Ms13′ o ‘Mara Salvatrucha’, si è diffusa a Milano, in altre province lombarde e nella provincia di Novara. Hanno un ‘codice’ composto da un decalogo di regole, la cui infrazione può anche prevedere la pena di morte. Attivi nelle rapine da strada, nei furti e nello spaccio, gli Ms13 sono anche dotati di un violentissimo codice di iniziazione, che prevede per le donne l’obbligo di sottoporsi a uno stupro. I membri della gang si identificano attraverso un tatuaggio rituale e sono soliti contrassegnare i luoghi dove si riuniscono scrivendo sui muri la sigla della banda con la vernice spray.
I ‘Trinitarios’ sono invece una gang originaria di Santo Domingo che si ispira idealmente ai tre patrioti che resero indipendente la Repubblica Dominicana da Haiti, nel 1844. Ma a parte i richiami a presunti ‘padri nobili’, la gang è conosciuta per la sua ferocia e gestisce reati da strada come furti, rapine e spaccio di droga. Sono dotati di una struttura fortemente gerarchizzata: il codiceè’ nato nelle carceri statunitensi e si è poi diffuso anche in Europa, e si fonda su tre regole basilari, una “preghiera”, 7 “punti” e 21 “norme”. Per entrare a far parte della gang ci si sottopone a un violento pestaggio, e una volta dentro, il proprio ruolo nella gerarchia si riconosce attraverso collane di colore diverso. I Trinitarios, a differenza di altre gang simili, non ostentano tatuaggi, limitandosi a mostrare qualche volta il simbolo di una mano con tre dita aperte, che rappresenta tanto i tre presunti “patrioti fondatori” quanto la mimica della pistola.
CANI SVENTRATI PER RECUPERARE OVULI DI COCA
In tempi recenti, i ‘latinos’ sono balzati alla cronaca per un metodo di importazione della droga particolarmente crudele: nel 2013 gli inquirenti milanesi scoprirono che la cocaina arrivava nascosta nell’intestino di cani di grossa taglia, che una volta a destinazione venivano uccisi.
UNA SCIA DI SANGUE LUNGA QUATTRO ANNI
Luglio 2013: scoppiano le ‘guerre’ per il predominio in città: durante una rissa vengono arrestate 11 persone al ‘Parco Nord’ di Milano.
Settembre 2013: un altro duro colpo alla ‘Ms13′: 25 persone arrestate per rapine, lesioni, porto e detenzione d’armi.
Febbraio 2014: un giovane viene accoltellato e riprende la ‘guerra’
Luglio 2014: arrestati 13 ‘Trinitarios’. Aggressione a colpi di machete a due ferrovieri su un treno regionale.
Settembre 2014: nuovo blitz della polizia che porta all’arresto di 15 aderenti a ‘Barrio 18′ e “Ms13″
La stessa gang che terrorizza gli Stati Uniti e che esporta clandestini e criminali attraverso il confine dove la sinistra americana non vuole un muro.
E’ tempo di abrogare i ricongiungimenti familiari: se Conchita e Mohammed vengono qui per lavorare – in quei pochi casi – non è necessario che si portino poi dietro tutto il clan. Ci vuole un’immigrazione limitata, selezionata e di lavoratori: non di famiglie allargate o presunte tali per ripopolare l’Italia. Di delinquenti e disoccupati: come le banlieus parigine da generazioni.
Ovviamente, sui giornali non vi diranno che sono figli di immigrati. Vi diranno che sono ‘milanesi’.
Brutali come i loro antenati maya e atzechi però. Perché tanto, alla fine, è tutto scritto nel sangue. I comportamenti si trasformano ma permangono.
“Ci vuole un’immigrazione limitata, selezionata e di lavoratori”.
E non sarebbe meglio creare le condizioni per:
– rendere conveniente ai giovani di stare in Italia anziche’ emigrare (=fuga di cervelli e competenze tecniche);
– rendere impossibile a quella feccia di venire e soprattutto restare in Italia? (=nessuna facilitazione, campi di raccolta per il successivo trasferimento in zone affittate al confine col Ciad, ‘black ops’ per le ONG e soprattutto i loro organizzatori).