A DIFFERENZA DI QUANTO DICONO GLI ACCOGLIONI, GLI ISLAMICI COMMETTONO PIU' REARI DEGLI ITALIANI, SOLO A PRATO, IL 59% DEGLI IMMIGRATI COMMETTE UNO O DUE REATI
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EMERGENZA CARCERI: “RIMANDIAMO A CASA I 19MILA DETENUTI STRANIERI”
DICEMBRE 27, 2022
Le chiacchiere e le proposizioni vanno bene quando si è all’opposizione. Quando si governa, come disse Tuco, si spara, non si parla. Coi detenuti stranieri va fatto come coi clandestini: un accordo per realizzare carceri in uno Stato terzo come l’Uganda per gli africani o la Romania per gli europei.
Dopo l’evasione dei sette detenuti dal carcere minorile Beccaria di Milano, torna l’allarme sulla condizione delle carceri italiane: ne parla al Giornale il sottosegretario alla Giustizia di FdI, Andrea Delmastro.
«Ho parlato a lungo con il ministro degli Esteri – dice Delmastro nell’intervista ad Annarita Digiorgio – ipotizzando in tutti i trattati bilaterali internazionali la possibilità, come avviene per l’Albania, che il detenuto possa scontare la pena nel paese di provenienza anche senza il suo consenso. Cosi avremmo già risolto il sovraffollamento. Se ci sono 19mila detenuti stranieri per 137 euro al giorno per 365 giorni, mandandoli nel Paese di provenienza io ogni anno ho trovato soldi per costruire nuove carceri».
«Abbiamo ereditato una situazione esplosiva – prosegue Delmastro – Noi innanzitutto abbiamo la necessità su 190 carceri di trovare 190 direttori e 190 comandanti, e li troveremo. Come di aumentare educatori e psicologi per evitare i suicidi. Poi serve un intervento serio sull’edilizia penitenziaria”, spiega. Quanto alle carenze di organico fra gli agenti “aumentare l’organico di polizia penitenziaria serve per umanizzare la pena, migliorando il servizio – prosegue – Non essendo figli di un dio minore rispetto ai colleghi delle forze dell’ordine, anche la polizia penitenziaria andrà dotata di taser per contenere gli eventi critici».
Un altro grande gruppo della popolazione penitenziaria è costituito dai detenuti in custodia cautelare, come i ragazzi evasi dal Beccaria per cui non era ancora iniziato il processo. «La custodia cautelare oggi in Italia è smodata anche solo per aspetti statistici agghiaccianti rispetto al resto d’Europa. A volte anche a fini snaturati rispetto all’esigenza di sicurezza, ma per ottenere una confessione. Va rivista – sottolinea il sottosegretario – prevedendo un intervento che renda meno discrezionale il ricorso agli arresti preventivi, ma noi di Fratelli d’Italia rimaniamo contrari a ciò che prevedeva il referendum che evitava la custodia in caso di rischio reiterazione, che è invece l’unico modo per fermare spacciatori e stalker».
L’intervistatrice chiede al sottosegretario anche un parere sulla lettera inviata da Papa Francesco ai capi di stato in vista del Natale, che ha chiesto un «gesto di clemenza» per i detenuti. «Sono cattolico – spiega Delmastro – ma non uso la fede religiosa quando faccio politica. Altrimenti poi che dobbiamo immaginare una clemenza anche per le feste islamiche? Se invece il Papa intende un appello per rendere le pene più umane sono d’accordo».
La Danimarca ha annunciato di aver firmato un accordo con il Kosovo per l’invio di 300 detenuti stranieri in cambio di un assegno da 15 milioni di euro all’anno.
“Ora abbiamo firmato un accordo rivoluzionario che garantirà una migliore capacità nelle nostre carceri sovraffollate e allevierà la pressione sui nostri agenti penitenziari”, ha affermato in una nota il ministro della Giustizia danese Nick Haekkerup. I primi detenuti, stranieri condannati all’espulsione dopo aver scontato la pena, dovrebbero essere incarcerati dall’inizio del 2023 nel carcere di Gjilan, a 50 km da Pristina.
” Con questo accordo, la Danimarca manda un segnale chiaro anche agli stranieri di paesi terzi che sono stati condannati all’espulsione: il tuo futuro non è in Danimarca, e quindi non dovresti scontare la pena lì “, ha sottolineato Nick Haekkerup. Nel 2020, circa 350 detenuti sarebbero stati deportati al termine della loro pena nelle carceri danesi.
Noi no, noi preferiamo spendere 1 miliardo l’anno per tenerli nelle nostre carceri. Invece il futuro è la delocalizzazione delle carceri nei Paesi di provenienza o in un Paese terzo. Con cento milioni di euro potremmo mandarli tutti in un Paese africano e levarceli dalle palle.
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