LE ACCUSE A SALIS E HAMMERBANDE: “OBIETTIVO ERA UCCIDERE”
FEBBRAIO 1, 2024
# Il Caso degli Attacchi Estremisti a Budapest: Ilaria Salis e l’Organizzazione Criminale Hammerbande
Le motivazioni dell’accusa presentate dal procuratore capo di Budapest a Ilaria Salis e agli altri imputati al processo sul «caso degli attacchi estremisti a sfondo ideologico a Budapest»
L’accusa del procuratore è rivolta nei confronti di «tre cittadini stranieri che hanno partecipato come membri di un’organizzazione criminale agli attacchi di Budapest del febbraio 2023, che hanno avuto un totale di 9 vittime». Questa organizzazione criminale, secondo l’accusa, aveva deciso che la lotta ideologica contro i simpatizzanti dell’estrema destra dovesse essere combattuta con la violenza.
Gli attacchi erano coordinati tramite un’applicazione del dark web e avvenivano a volto coperto per evitare di essere riconosciuti. Gli attacchi erano ben pianificati e provati, con una divisione preconcordata dei compiti. La durata degli attacchi era fissata a 30 secondi, misurati dal comandante, che iniziava e terminava l’attacco dando il comando e poi aiutava i compagni a fuggire.
Questi attacchi si sono verificati tra il 9 e l’11 febbraio a Budapest, con un totale di nove vittime, sei delle quali hanno riportato ferite gravi. La Procura di Budapest ha incriminato Ilaria Salis per il reato di tentate lesioni personali con pericolo di vita, sospettata di tentata aggressione con danni alla vita in quanto complice di un’organizzazione criminale.
Miklós Szánthó, presidente del Center for Fundamental Rights, principale think tank ungherese sul tema dei diritti, ha commentato il caso dicendo che «È un caso di gravi attacchi violenti contro vittime che non erano in maniera dimostrata di destra, ma che erano ritenute tali. Una simile violenza non ha precedenti in Ungheria e la legge deve agire con fermezza e decisione contro di essa. L’Ungheria è un Paese pacifico e non tollera i crimini a sfondo politico, siano essi di destra o di sinistra. È inaccettabile che qualcuno si rechi qui per mettere in atto le proprie pulsioni violente».
Il parlamentare ungherese Lrinc Nacsa, membro della commissione Esteri, ha espresso disappunto per il fatto che in Italia si siano pubblicate quasi solo fotografie della presunta autrice delle brutali aggressioni e che non siano state mostrate le vittime.
Fino a che non ci sarà una condanna definitiva per Ilaria Salis vale la presunzione di innocenza, ma è importante, per una valutazione oggettiva, raccontare le accuse per le quali rischia una dura condanna. Questo caso solleva questioni importanti sulla violenza politica rossa e sulla responsabilità individuale, che meritano un’attenzione seria e un dibattito approfondito.
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