giovedì 3 giugno 2021

 BREAKING NEWS

IL RE DEGLI SCAFISTI ARRICCHITO RIEMPIENDO L’ITALIA DI AFRICANI: MATRIMONIO DI LUSSO GRAZIE ALLE ONG

GIUGNO 1, 2021



































Abd al-Rahman al-Milad, maggiormente noto come Bija, e per l’Onu è diventato in Libia uno dei massimi trafficanti di essere umani. Ecco, quando si parla di «immigrazione» e «accoglienza», Bija è uno di quelli che veramente contano. Nel 2016-2017, Milad era stato il comandante della Milizia di Zawiya, formazione che collaborava regolarmente con i trafficanti, scortando i gommoni fino al luogo di incontro con le Ong. T 
anto che il procuratore generale di Tripoli aveva contestato a Bija i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e contrabbando di carburanti, accuse che porteranno al suo arresto nell’ottobre del 2020. Poi però, dopo sei mesi di detenzione, è arrivata la controversa scarcerazione.

Come luogo delle nozze è stata scelta una lussuosissima villa che si trova nei pressi del porto di Zawiya, nella Tripolitania occidentale, non molto distante dal confine con la Tunisia. Per l’occasione, il famigerato trafficante ha sfoggiato tutto il suo sfarzo: «Fuori guardie armate. All’interno piattoni di cuscus all’agnello, involtini di foglie di vite, la tradizionale «sciorba» (il brodo di carne e prezzemolo), dolci a base di miele ispirati dall’antica cucina turca: le fotografie postate sui social mostrano centinaia di ospiti venuti da tutto il Paese seduti ai tavoli imbanditi sotto tendoni bianchi immacolati», è la descrizione che ne ha fatto il Corriere della Sera.

Tra i tanti oggetti di lusso presenti, spicca in particolare una Bmw Spider su cui era appoggiata una corona. Ed è proprio così che si deve sentire Bija, l’ex miliziano che volle farsi re. E pare esserci pure riuscito. È comunque sintomatico che il boss libico abbia scelto proprio la tratta di essere umani per fare carriera: del resto, con tutti i fan dell’«accoglienza» che vorrebbero riempire l’Europa di africani, quale miglior business può esserci se non il traffico di immigrati?

Un Paese serio avrebbe mandato un drone a bombardare.

Abd al-Rahman Milad, meglio noto come “Bija”, capo della milizia della importante città costiera di Zawiya, zona da dove partono tutti i barconi per l’Italia, pochi chilometri a ovest di Tripoli, era stato arrestato a ottobre dopo la diffusione di un video in cui si schierava con l’allora capo del governo Fayez al Serraj contro Fathi Bashaga, il primo ministro dell’epoca.

Milad era finito nell’occhio del ciclone dopo una serie di inchieste giornalistiche che avevano smascherato il suo ruolo nei traffici di clandestini. Da capo delle milizie di Zawiya, uno dei grandi hub della costa libica da cui salpano barchini e gommoni, a bordo della sua vedetta con funzioni di guardia costiera era accusato di dirigere il traffico dei clandestini verso l’Italia.

E’ stato più volte ripreso a bordo di navi ong, evidenziando così il loro ruolo nel suo business.

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Oltre a essere un centro nevralgico per il traffico di esseri umani, Zawiya è anche una importante sede petrolifera: qui si trova l’unica raffineria esistente in Libia. Nonostante sia un Paese ricchissimo di idrocarburi, il resto della benzina arriva dall’altra parte del Mediterraneo, in gran parte dalle raffinerie sarde dei Moratti. Paradossalmente, la Libia dipende in larga misura dall’estero per l’approvvigionamento di benzina, e la raffineria ha quindi un’importanza decisiva. Da capo delle milizie di Zawiya, Bija aveva così accesso anche ai finanziamenti per la protezione della raffineria. Insomma, riceveva denaro ufficiale per garantire la sicurezza del dipartimento, della raffineria di proprietà della Compagnia petrolifera di Stato libica e per il controllo del porto e dello specchio acqueo come guardia costiera.

Affari che secondo accuse sostanziate si aggiungevano al traffico di esseri umani e al contrabbando. Ma la giustizia libica ha deciso diversamente: Bija ora è libero. Le Ong festeggiano. E lui si sposa coi soldi fatti riempiendo l’Italia di africani.


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