RAGAZZA STUPRATA DA MIGRANTE CHE SI DIFENDE: “NON MI DISPIACE, AVEVA LE GAMBE SCOPERTE”
GIUGNO 1, 2021
“Sta male, è afflitto e disperato”. Parla Emanuela Monaci, l’avvocato che difende lo stupratore egiziano in carcere, indagato per lo stupro di una studentessa berlinese di 24 anni. Lui non capiva, non ha capito i no ripetuti con cui la giovane ha raccontato di averlo respinto quella notte del 23 maggio alla rotonda dove la giovane si era fermata per un bagno veloce. “Chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso, perché la ragazza era consenziente, visto che aveva le gambe scoperte”. Una frase che ha seminato profondo sconcerto e convinto il giudice a ridare un giro di chiave alla porta del carcere. Su questa linea difensiva si misurerà il legale della difesa dopo l’udienza preliminare.
E dice di essere dispiaciuto per quello che ha fatto la sera del 23 maggio sulla spiaggia di Marina di Carrara, ma non per avere stuprato una studentessa: per la sua presunta fidanzata, per averla tradita.
Uno stupro brutale, viste le lesioni che non lasciano adito a dubbi sul corpo della vittima.
È un altro dettaglio dell’interrogatorio fatto nei giorni scorsi dal giudice per le indagini preliminari Dario Berrino a Mikhail Gergis Azer, il 24enne egiziano fermato dai carabinieri per aver violentato la giovane turista tedesca.
Il giovane è stato ascoltato in carcere prima dal pubblico ministero Roberta Moramarco poi dal gip che ne ha disposto la misura cautelare del carcere. Una misura alternativa non sarebbe stata nemmeno possibile, dal momento che non ha mai indicato un luogo di residenza reale.
Il 24enne, indagato per violenza sessuale aggravata (per il fatto di aver commesso il fatto di notte, sono i misteri della legge italiana), lesioni personali e anche di reati legati agli stupefacenti (dal momento che avrebbe offerto hashish alla vittima), ha confermato quasi tutta la ricostruzione fatta dalla vittima, eccetto l’intenzionalità della violenza. L’atto, secondo lui, era consensuale. Anche se sul collo della studentessa aveva lasciato un graffio e anche se sul corpo della vittima i medici hanno trovato evidenti segni di violenza riconducibili unicamente a uno stupro.
Probabilmente è una questione di diversa interpretazione dello stupro: per loro, forzare una donna che va in giro con le gambe scoperte non è stupro. E’ lei che lo vuole. Altrimenti non andrebbe in giro così.
Davanti al giudice, il nordafricano ha cercato di minimizzare, sostenendo che entrambi avessero bevuto e che fosse normale tentare farlo con una ragazza sola e «con le gambe scoperte». Ha confermato anche che la studentessa lo ha respinto, ma solo in un primo momento secondo la sua versione, poi ha ceduto. In tutto questo, gli dispiace di aver tradito la compagna.
La vittima, invece, ha raccontato ai militari di essere stata aggredita proprio dopo averlo respinto. Ha raccontato che prima le ha tappato la bocca, poi l’ha trascinata dietro il muretto per violentarla, due volte, mentre lei pregava in silenzio di uscirne viva.
E forse lui intende questo come ‘consensuale’.
Adesso le indagini dei militari sono concentrate sul profilo dell’indagato. Per il momento si sa solo che il 24enne era arrivato a Carrara, per lavorare nella pizzeria, da una sola settimana e che ha una compagna. Al momento del fermo ha dichiarato di essere residente in Calabria, ma in realtà ha lasciato la regione da almeno tre anni.
Il pubblico ministero ne chiederà il giudizio immediato, ma non è ancora noto il rito che il 24enne, difeso dall’avvocato Emanuela Monaci, sceglierà: se l’abbreviato o se preferirà andare a processo. —
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