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ARCIVESCOVO: “BERGOGLIO HA SUPPORTATO CONTE IN CAMBIO DEL BUSINESS IMMIGRATI”
APRILE 29, 2021
“Bergoglio persegue la sostituzione etnica fortissimamente voluta dall’élite globalista”.
Marco Eugenio Tosatti, Stilum Curiae, pubblicava un’intervista all’arcivescovo Carlo Maria Viganò in cui il prelato inchiodava Bergoglio alle proprie responsabilità. Oggi, quest’intervista fa ancora più impressione.
Eccellenza, l’ultimo Decreto del Presidente Giuseppe Conte ha disatteso le speranze della CEI e protratto il lockdown delle Messe in tutta Italia. Alcuni canonisti ed esperti di diritto concordatario hanno espresso molte riserve sul comportamento del Governo. Qual è il suo pensiero al riguardo?
Il Concordato tra la Santa Sede e lo Stato Italiano riconosce alla Chiesa, come suo diritto nativo, la piena libertà e autonomia nello svolgimento del proprio Ministero, che vede nella celebrazione della Santa Messa e nell’amministrazione dei Sacramenti la propria espressione sociale e pubblica, in cui nessuna autorità può interferire, nemmeno con il consenso della stessa Autorità ecclesiastica, la quale non è padrona ma amministratrice della Grazia veicolata dai Sacramenti.
Al di là di questo, sono molto autorevoli i pronunciamenti di eminenti giuristi e magistrati – anche della Suprema Corte – che eccepiscono sulla legittimità di legiferare per il tramite di Decreti del Presidente del Consiglio, con i quali sono violati i diritti superiori e prevalenti garantiti dalla Costituzione della Repubblica Italiana. Anche se non stessimo parlando della Religione Cattolica, particolarmente tutelata dal suo status speciale, la sospensione del diritto alla libertà di culto implicato dai Decreti del Primo Ministro è chiaramente illegittima, e confido che vi sarà chi vorrà dichiararlo ufficialmente, ponendo fine a questo indecoroso delirio d’onnipotenza dell’Autorità civile non solo dinanzi a Dio e alla Sua Chiesa, ma anche nei confronti dei fedeli e dei cittadini.
Molti fedeli e sacerdoti si sono sentiti abbandonati e poco tutelati dalla Conferenza Episcopale e dai Vescovi.
Occorre precisare, a scanso di equivoci, che la Conferenza Episcopale non ha alcuna autorità sui Vescovi, i quali hanno piena giurisdizione nella propria Diocesi, in unione con la Sede Apostolica. E questo è ancor più importante nel momento in cui abbiamo compreso quanto la CEI sia fin troppo accondiscendente, anzi succube, nei riguardi del Governo italiano.
Il silenzio supino della CEI, e di quasi tutti gli Ordinari, rende evidente una situazione di subalternità allo Stato che non ha precedenti, e che giustamente è stata percepita dai fedeli e dai sacerdoti come una sorta di abbandono a se stessi: ne sono emblematico esempio le scandalose irruzioni della forza pubblica in chiesa, addirittura durante la celebrazione della Messa, con un’arroganza sacrilega che avrebbe dovuto suscitare una immediata e fermissima protesta da parte della Segreteria di Stato. Si sarebbe dovuto convocare l’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, presentando una dura Nota di Protesta per la gravissima violazione del Concordato da parte del Governo, riservandosi di richiamare il Nunzio Apostolico in Italia, qualora non fosse stato ritirato il provvedimento illegittimo.
Il Cardinale Parolin, nella veste di sponsor del Presidente Conte, si trova in grande imbarazzo ed in conflitto di interessi. Appare evidente che, invece di tutelare la sovranità e la libertà della Chiesa in fedeltà alla sua alta funzione istituzionale di Segretario di Stato, il Cardinale Parolin ha vergognosamente scelto di schierarsi a fianco dell’amico avvocato. Nemmeno gli interessi economici del cosiddetto volontariato cattolico potrebbero giustificare una tale opzione.
A quali interessi si riferisce?
Mi riferisco alla scandalosa spartizione dei fondi pubblici destinati all’ospitalità degli immigrati clandestini, di cui papa Bergoglio e la CEI sono in gran parte beneficiari e, allo stesso tempo, strenui promotori. Altro conflitto d’interessi, questo, che pone la Chiesa in una posizione di riconoscenza nei riguardi dello Stato, rendendo non del tutto illegittimo il sospetto che i molteplici silenzi della CEI, compreso quello cui abbiamo assistito in questi mesi in occasione della presunta pandemia, siano motivati dal timore di vedersi sfumare i lucrosi proventi dell’accoglienza. Non dimentichiamo che i fondi derivanti dall’8×1000 vanno riducendosi sempre più, confermando l’allontanamento dei fedeli italiani da una Chiesa che pare non aver altro scopo se non quello di favorire la sostituzione etnica fortissimamente voluta dall’élite globalista. Temo che questo trend si confermerà nei prossimi mesi, in risposta al silenzio dei Vescovi.
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