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LEGGE ZAN AL SENATO, LEGA: “ITALIANI NON LA VOGLIONO, LI FERMEREMO”
APRILE 28, 2021
La commissione Giustizia del Senato ha commissionato il Ddl Zan. La calendarizzazione del Ddl Zan è passata con 13 voti a 11, ma ancora non è stata fissata una data. La commissione ha votato tutta una serie di provvedimenti da calendarizzare per i quali verrà stabilito il calendario dei lavori.
L’emergenza per la sinistra è mettere in carcere chi non è d’accordo con le adozioni gay e imporre l’educazione omosessuale nelle scuole. Il mondo alla rovescia.
“Pd, M5s, Iv e Leu sono restati sordi agli appelli all’unità e hanno consumato lo strappo, imponendo l’incardinamento del Ddl Zan. Abbiamo sperato fino all’ultimo che prevalesse il buon senso ma così non è stato. Noi della Lega abbiamo votato convintamente contro. Abbiamo saputo tenere fermo questo ddl ingiusto e pericoloso per quasi sei mesi e così continueremo a fare”. Così Simone Pillon, senatore della Lega membro della Commissione Giustizia del Senato e vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza.
“Da domani comincerà e vi garantisco che saremo altrettanto fermi e decisi. Sul testo del Pd sono piovute critiche e stroncature non solo da parte nostra ma anche dal mondo ecclesiale e da numerose realtà del femminismo e degli Lgbt di sinistra”, aggiunge Pillon.
“Il giochetto di definire omofobo chi sia contro il ddl Zan non funziona più. La verità è che si tratta di una ciofeca che – con la scusa di punire gli aggressori (che sono già puniti dalla legge) – mira a trasformare la percezione in sesso, il libero pensiero in discriminazione e l’indottrinamento in educazione. La maggioranza silenziosa degli italiani non vuole questa legge, e noi la fermeremo. Il relatore sarà il senatore Ostellari. Abbiamo massima fiducia che saprà garantire tutti”, conclude il senatore leghista.
I vescovi si svegliano tardi.
“Troppi dubbi, serve un dialogo aperto senza pregiudizi”, sostengono i Vescovi italiani, che scendono nuovamente in campo a proposito del ddl Zan. In particolare, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, riunitasi lunedì, “coerentemente a quanto già espresso il 10 giugno 2020, nel quadro della visione cristiana della persona umana, ribadisce il sostegno a ogni sforzo teso al riconosci mento dell’originalità di ogni essere umano e del primato della sua coscienza. Tuttavia, una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna”.
“In questi mesi – evidenzia la presidenza della Cei – sono affiorati diversi dubbi sul testo del ddl Zan in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, condivisi da persone di diversi orizzonti politici e culturali. E necessario che un testo così importante cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità interpretative. L’atteggiamento che è stato di Gesù Buon Pastore ci impegna a raggiungere ogni persona, in qualunque situazione esistenziale si trovi, in particolare chi sperimenta l’e- marginazione culturale e sociale”. “Il pensiero – osservano i Vescovi- va in particolare ai nostri fratelli e sorelle, alle nostre figlie e ai nostri figli, che sappiamo esposti anche in questo tempo a discriminazioni e violenze. Con Papa Francesco desideriamo ribadire che ‘ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza’. “.
Alla luce di tutto questo, la Cei sente ” il dovere di riaffermare serenamente la singolarita’ e l’unicità della famiglia, costituita dall’unione dell’uomo e della donna, e riconosciamo anche di doverci lasciar guidare ancora dalla Sacra Scrittura, dalle Scienze umane e dalla vita concreta di ogni persona per discernere sempre meglio la volontà di Dio. Auspichiamo quindi che si possa sviluppare nelle sedi proprie un dialogo aperto e non pregiudiziale, in cui anche la voce dei cattolici italiani possa contribuire alla edificazione di una società più giusta e solidale”.
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