martedì 28 aprile 2020

IL M5S VUOLE DISTRUGGERE LA PRODUZIONE NAZIONALE DI MASCHERINE:”CI SVENDONO AI CINESI”







IL M5S VUOLE DISTRUGGERE LA PRODUZIONE NAZIONALE DI MASCHERINE:”CI SVENDONO AI CINESI”





«Assurdo vendere le mascherine a 50 centesimi: così si distrugge la filiera italiana, a vantaggio dei produttori cinesi low cost”. Dice il noto stilista Mirco Giovannini, 52 anni, consulente per diverse aziende e grandi Maison del lusso, come Emi maglia spa, Versace, La Perla e Jean Paul Gaultier, e che ha lanciato un suo brand, Flò Sophie, linea di moda che porta il suo nome.
Giovannini, dopo il blocco imposto dai decreti, ha riconvertito i suoi laboratori, tra cui quello di Cuccurano e Pergola, nella produzione di mascherine chirurgiche, in tessuto tnt idrorepellente.
«L’ho fatto per rendermi utile e far lavorare i miei dipendenti – spiega Giovannini – e mi ha comportato il cambio della visura camerale. Le mascherine, realizzate come indica l’articolo 16 comma 2, le vendevo a 1,20 euro più iva, a fronte di un costo solo di produzione, senza contare i materiali, di 0,55 centesimi. Come faccio, in base a quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio, a venderle adesso a 0,50 centesimi?”.
L’imprenditore spiega che aveva aderito al progetto di Feder moda, Sportello amianto e Confindustria moda, per la produzione di mascherine per l’emergenza, impiegando esclusivamente materiali prodotti in Italia e rivitalizzare così il settore: “Mi sento tradito, ora che il Governo pretende che io acquisti a 0,39 centesimi le mascherine che poi venderò a 0,50. Ovvio che, a questi prezzi, si favorisce l’importazione dei prodotti cinesi e si dà il colpo di grazia al tessile italiano”.
Ovviamente le mascherine non sono beni di lusso. Ma come i pomodori, se imponiamo un costo troppo basso, finiranno per produrle solo gli altri o assumere africani clandestini per farlo.
Ci deve essere un equilibrio tra costo, qualità e produzione italiana. Anche perché, se la produzione la lasciamo alla Cina come prima dell’epidemia, allora non abbiamo imparato nulla: le produzioni strategiche devono essere in Italia, anche se costano qualche centesimo in più.
Perché quando riprenderà il contagio, o ci sarà un altro contagio, i cinesi si terranno le mascherine e noi rimarremmo, ancora una volta, senza. Tutto per pagarle 0,50 centesimi invece di 0,60. Posto che, ovviamente, dovrebbe essere lo Stato a distribuirle gratis. E italiane.
Ma qualcuno, con legami cinesi, potrebbe avere interesse al che le mascherine vengano prodotte solo in Cina:


possiamo sempre usare imprenditori senza scrupoli produzioni in luoghi malfamati e non a norma e che sfruttano risorse dell' immigrazione clandestina a 3 euro l'ora
per avere mascherine a 0,50 se andiamo dietro alle regole ne servono miliardi al giorno nl mondo

Dal 27/04/2020 la cina ha vietato l'esportazione delle mascherine verso l'Italia. Ma c'è solo un azienda che può farlo, dettando così un monopolio. Ed ha legami con i cinque stelle https://www.facebook.com/partitaviva.it/videos/842106966303421/ 





Questi sono M con la maiuscola,
Mettere almeno la provenienza.
Ma questi confondono la carta per pulirsi il culo con le mascherine fpp3, addirittura commercializzano maschere invisibili, ne medici ne infermieri non le hanno mai viste, però conte dice che le sta distribuendo al popolo italiano.




Qui però bisogna spezzare una lancia in favore della produzione cinese. A parte le mascherine ffp1/2/3 di marche blasonate come GVS, BLS, Spasciani, più nota forse per chi ha fatto il ‘celerino’, chi vuole intendere intenda, e Gammadis, non credo ne esistano altre con produzione nazionale, le altre, nella stragrande maggioranza sono veramente scarse, poco più utili di una sciarpa, con tutto il rispetto… Non hanno la minima certificazione nemmeno per essere considerate chirurgiche, sono nella migliore delle ipotesi dei teli di tessuto non tessuto con cucito sopra un telo di cotone o seta, nel peggiore un pezzo di stoffa o addirittura di gomma a malapena sagomato… Comprendo che le linee di produzione non si improvvisano, ma il popolo ha bisogno di mascherine serie, possibilmente quelle di altissima qualità prodotte dalle aziende suddette, che invece hanno la produzione totalmente bloccata per gli accordi capestro con il governo. Quindi ben vengano le mascherine cinesi che almeno sono fatte con tutti i crismi e almeno di mascherine i cinesi se ne intendono bene producendone da decenni miliardi ogni anno. Oppure si muovessero le aziende italiane a produrne certificate di pari qualità, anche ad un euro, che per una chirurgica è tantissimo, ma devono superare le certificazioni, non dire semplicemente ‘è italiana’, in questo caso non è sufficiente.





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