MASCHERINE FANTASMA DI ZINGARETTI, INDAGINE PORTA A MAFIOSI: 14 MILIONI DI EURO ANTICIPATI
MASCHERINE FANTASMA DI ZINGARETTI, INDAGINE PORTA A MAFIOSI: 14 MILIONI DI EURO ANTICIPATI
Se poi teniamo conto che simili acquisti li ha fatti il compagno di partito Bonaccini, nascono seri dubbi.
Ma Zingaretti ne ha combinate anche altre.
Sergio Pellerey, che doveva portare protezioni in Abruzzo con lo stesso carico destinato a Nicola Zingaretti, svela che per quei dispositivi non c’è mai stato il saldo: sarebbero rimasti a Mosca. Ma erano stati anticipati 14 milioni.
La Giosar, lo spedizioniere inglese, doveva portare materialmente i dispositivi pagati dalla Regione Lazio. In passato aveva causato un incidente diplomatico Italia-Russia.
Una montagna di soldi, una valanga di mascherine e nomi, riconducibili a società coinvolte, finiti nei mesi scorsi in inchieste della Procura antimafia di Brescia.
L’ente guidato da Zingaretti ha comprato per 35 milioni di euro – con un anticipo di quasi 11 già versati – una partita da oltre sette milioni di dispositivi dalla società Eco.tech che a sua volta ha chiesto la mediazione della Ex.or. Le mascherine però non sono mai arrivate, l’ente capitolino ha rescisso l’accordo chiedendo la restituzione del denaro già versato e domani è l’ultimo giorno utile, mentre i pm di Roma – l’aggiunto Paolo Ielo e la sostituta Elena Neri – hanno aperto un’indagine per inadempimento di contratti di pubbliche forniture. Nel registro degli indagati al momento ci sono i vertici della Eco.Tech, dalla quale Regione ha acquistato le mascherine ma che fino a poche settimane fa vendeva «illuminazione a Led, Luci Led per interni ed esterni, relamping».
Per questo, durante una conference call con la Protezione civile di Roma, spunta il nome della Ex.or., con sede a Lugano e presieduta da Paolo Antonio Balossi, imprenditore milanese. La Ex.or. è una «società di commercializzazione e sviluppo in ambito ortopedico» controllata dalla IB International spa. Il nome di Balossi non è nuovo a Brescia. Figura infatti nell’elenco di 85 indagati nell’inchiesta di febbraio della Procura bresciana su un giro di fatture false che aveva portato all’arresto di 22 persone tra cui avvocati, imprenditori e commercialisti.
Insomma, una nuova puntata di una grande truffa.
Truffa su cui ieri sera è tornato ad indagare il giornalista Mario Giordano nella puntata di Fuori dal coro. La Regione Lazio, presa coscienza della endemica crisi di mancanza di mascherine, decide di acquistarne un considerevole quantitativo. E le prende da una società che si chiama Ecotech. a cui, dietro il congruo anticipo di 11 milioni di euro, commissiona l’ordine di 7 milioni di capi. Ma, e qui il giallo infittisce le sue trame, quelle mascherine non arrivano.
Passano i giorni e le mascherine non arrivano. La Regione prova a disdire l’ordine. Anche perché, nel frattempo, ricostruisce Giordano, Zingaretti and co. si accorgono che la società a cui hanno fatto riferimento per significativo acquisto «è di fatto una società di fatto di proprietà di un signore che si chiama Sergio Bondin che la Gdf riconosce come amministratore della Ecotech. E che è un fallito». Non solo. Poco più avanti, da ricostruzioni e riscontri, viene fuori che, prosegue Giordano: «La reale amministratrice della società è Anna Perna, moglie di Bondin e psicologa. I coniugi mettono insieme una società che ha un capitale di 10.000 euro e che garantisce le mascherine. S’incassa gli 11 milioni ma i dpi richiesti non arrivano. A quel punto la Regione Lazio risolve il contratto, disdice l’ordine. Poi però procede a fare un nuovo contratto con un “assicuratore” di garanzia. Senza accorgersi però che la società che produce e vende lampadine (Ecotech ndr), è gestita da un imputato di camorra»…
“Nonostante l’imponente attenzione mediatica che “l’affaire mascherine” ha destato, il presidente Zingaretti, che va ricordato detiene le deleghe alla protezione civile, continua a sottrarsi davanti alle nostre sollecitazioni ed interrogazioni. A questo punto non resta che chiedere la convocazione di un consiglio straordinario urgente per affrontare nell’unica sede idonea ed in maniera più trasparente l’approfondimento della vicenda riguardante le forniture commissionate dall’Agenzia Regionale di Protezione Civile per l’approvvigionamento dei DPI. Ovviamente non possiamo più accettare ulteriori atteggiamenti arroganti ed ancor meno possiamo accettare che la ricostruzione della vicenda venga riferita da esponenti della maggioranza che in occasione della seduta delle commissione bilancio dello scorso 20 aprile hanno rappresentato una situazione che alla luce dei fatti si è rivelata destituita di ogni fondamento. Ora Zingaretti non può più scappare”. È quanto dichiara il gruppo di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio.
Cazzaro Stefania. Non è uno scherzo.
Direttrice anche di Planet 1st ltd. e di Chrome Fashion ltd.
Fatevi due ricerche e due risate,