NEL 1985, CHE POCHI LO RICORDANO IN QUANTO CHE GLI ALTRI HANNO VOLUTO DIMENTICARE, C'E' STATO UN ATTACCO TERRORISTICO ISLAMICO. QUESTO FATTO SI RIPETERA' MOLTO PRESTO, FORSE A FIRENZE, O A MILANO.
27 DICEMBRE 1985: ATTACCO ISLAMICO ALL’AEROPORTO DI ROMA
DICEMBRE 27, 2023
Il 27 dicembre 1985, l’aeroporto di Roma-Fiumicino è stato teatro di un attacco terroristico islamico contro l’Italia.
Questo attacco è stato perpetrato dal gruppo palestinese guidato da Abu Nidal. Contemporaneamente, è stato attaccato anche l’aeroporto di Vienna. I due attacchi sono avvenuti con una differenza di pochi minuti l’uno dall’altro.
A Roma, quattro islamici armati hanno lanciato bombe a mano e aperto il fuoco con raffiche di mitra sui passeggeri in coda per il check-in dei bagagli presso gli sportelli della compagnia aerea nazionale israeliana El Al e dell’americana TWA.
Il 27 dicembre di 38 anni fa, nel 1985, l’aeroporto di Roma, insieme a quello di Vienna, è stato teatro di due gravi attacchi terroristici. Sette terroristi arabi hanno attaccato i due aeroporti con fucili d’assalto e granate.
Nell’attacco a Roma, quattro uomini armati si sono avvicinati al banco di check-in condiviso dalle compagnie aeree israeliane El Al e Trans World Airlines all’aeroporto Leonardo da Vinci-Fiumicino, fuori Roma, sparando con fucili d’assalto e lanciando granate.
Hanno ucciso 16 persone e ne hanno ferite 99, tra cui il diplomatico americano Wes Wessels.
Questi attacchi hanno causato la morte di 19 persone compresi i terroristi, tra cui un bambino, e hanno ferito circa 140 persone.
Tre degli aggressori sono stati uccisi dalla sicurezza di El Al, mentre il quarto, Mohammed Sharam, è stato ferito e catturato dalla polizia italiana.
Tra le vittime c’era il generale Donato Miranda Acosta, addetto militare messicano, e la sua segretaria, Genoveva Jaime Cisneros.
Probabilmente l’obiettivo originale degli attentatori era quello di dirottare gli aerei di El Al negli aeroporti e farli esplodere sopra Tel Aviv.
L’attacco terroristico all’aeroporto di Roma del 27 dicembre 1985 ha avuto un impatto significativo sulla politica italiana. Dopo l’attacco, ci sono stati dibattiti intensi che hanno portato alla caduta del governo di coalizione a cinque partiti del Primo Ministro socialista Bettino Craxi.
Craxi stava cercando di guidare l’Italia verso una politica estera mediterranea che cercava relazioni più strette con il mondo arabo, compreso Arafat.
Abu Nidal, il cui vero nome era Sabri Khalil al-Banna, è stato un attivista, politico e terrorista palestinese, fondatore del Consiglio Rivoluzionario di al-Fatah, noto anche come FMT (Fath/al-Majlis al-Thawrī). È nato a Giaffa nel maggio 1937 e morto a Baghdad il 16 agosto 2002.
Abu Nidal è stato espulso da al-Fatḥ nel 1974, accusato di complotto contro Yāser ʿArafāt e successivamente processato da un tribunale palestinese e condannato a morte. Con al-Fatḥ-Consiglio Rivoluzionario ha condotto una incessante attività terroristica in tutto il mondo, sia contro obiettivi israeliani e occidentali, sia contro esponenti palestinesi.
Secondo varie fonti significative, come il giornalista e storico Patrick Seale, la figura di Abū Niḍāl presenta molti aspetti ambigui e controversi, tanto da far ritenere attendibile una sua manipolazione e/o infiltrazione da parte dei servizi israeliani1.
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