GLI ISLAMICI DELLA SINISTRA E DEL PD VOGLIONO TAGLIARE LA TESTA ALLE DONNE ITALIANE.
JIHAD, ISLAMICI SI PRENDONO L’ITALIA: “VOGLIONO TAGLIARE LA TESTA ALLE DONNE”
DICEMBRE 27, 2023
A questo ritmo saremo minoranza entro il 2050:
Per Salvare l’Italia servirebbe, almeno, un blocco totale dell’immigrazione islamica: abrogazione ricongiungimenti, zero nuovi ingressi legali e porti chiusi.
Invece anche l’attuale governo lavora per la destrutturazione etnica dell’Italia attraverso l’immigrazione. E l’attuale governo non solo non blocca gli sbarchi, firma anche decreti flussi per fare entrare altre migliaia di ‘lavoratori’. E non abroga i famigerati ricongiungimenti familiari coi quali entrano, ogni anno, duecentomila minori: la più grande minaccia al nostro futuro.
La previsione dell’istituto Pew Research sulla crescita della popolazione islamica in Europa, nel caso l’immigrazione prosegua ai livelli attuali, parla di una islamizzazione che renderà il nostro continente una sorta di propaggine del mondo afroislamico:
Ma anche nel caso di ‘immigrazione zero’, la natalità loro e la denatalità nostra significherà il quasi raddoppio della popolazione islamica in Europa e il raddoppio in Italia:
Questo significa che oltre al blocco dell’immigrazione e uno stimolo mirato agli italiani di sangue per la natalità, è necessario (anzi urgente) un piano di rimpatrio degli immigrati islamici già presenti in Europa e in Italia. Non ci sono alternative. Altrimenti saremo ospiti a casa nostra. Perché già l’8 per cento della popolazione, significa un partito che può imporre una visione islamica della società alla coalizione di cui fa parte.
Invece il governo lavora per accelerare questa sostituzione etnica in corso.
La terza guerra mondiale è demografica.
Già oggi, a Milano c’è una scuola così piena di figli di immigrati, che le famiglie italiane della zona sono in fuga, iscrivono i figli altrove. E hanno ragione. Non solo. A dare l’allarme anche alcuni genitori di origine sudamericana che “a casa hanno sentito i loro figli parlare in arabo”, ha spiegato una docente che vuole mantenere l’anonimato.
La scuola è l’Istituto comprensivo Fabio Filzi di Milano, nel quartiere Corvetto, già al centro di problemi di dis-integrazione e criminalità.
“I genitori italiani si rifiutano di iscrivere i loro figli qui – ammise il preside, Domenico Balbi – tanto che effettivamente non riusciamo a formare un numero adeguato di prime classi nella Primaria”.
E cosa pensano i migranti afroislamici che ci stanno sostituendo delle donne italiane? Che devono subire. In silenzio.
“Femmina, non puoi tenermi prigioniero, ti taglierò la testa”. Così un immigrato afroislamico, in un quartiere africano di Napoli ad una vigilessa.
La donna è da tempo nel mirino del clan straniero: insultata, minacciata, ha rivelato che non esce di casa quando è buio.
Una poliziotta non può uscire di casa la sera, figuriamoci le altre donne: questo è il vero ‘sessismo’, questa è la vera emergenza in Italia.
“Se volete saperlo, qui al Vasto nessuna ragazza esce da sola. Nessuna di noi può dimenticare la violenza subita dall’infermiera nel parcheggio dei bus alla stazione”. Stuprata brutalmente da un africano che doveva essere espulso due anni fa.
A Napoli, come a Parigi, a Bruxelles e in altre città europee e italiane, lo hanno dimostrato i trecento figli di immigrati afroislamici a Milano, ci sono quartieri che non ci appartengono più: sono territori occupati con ronde della sharia e in mano alle mafie straniere.
Leggete l’appello del vigile donna minacciata: “Noi vorremmo semplicemente riuscire ad avere una vita normale. Senza avere paura di essere aggrediti quando scendiamo dal palazzo, senza temere di finire in mezzo a una rissa o a un regolamento di conti a coltellate, senza sentire costantemente la puzza di pipì o degli escrementi che vengono lasciati davanti ai nostri portoni.”
E invece non possono. E non perché qualche maschio fischia al loro passaggio. No. Perché gli immigrati vogliono tagliare loro la testa. Stuprarle. Trattarle come bestie.
Questa è l’Italia dell’immigrazione. Dobbiamo riprendercela. Costi quello che costi. Noi siamo i veri femministi. Non i fanatici à la Boldrini. Perché noi siamo i veri difensori dei diritti delle donne: il diritto ad uscire senza rischiare di morire o essere stuprate.
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